Espandi menu
cerca
King Kong

Regia di Merian C. Cooper, Ernest B. Schoedsack vedi scheda film

Recensioni

L'autore

steno79

steno79

Iscritto dal 7 gennaio 2003 Vai al suo profilo
  • Seguaci 241
  • Post 22
  • Recensioni 1751
  • Playlist 106
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su King Kong

di steno79
9 stelle

Uno dei primi gioielli del cinema fantastico sonoro, indubbiamente molto più suggestivo dei vari remake, fra cui il deludente aggiornamento di Peter Jackson. Rivisto oggi a quasi un secolo dalla sua uscita, questo "King Kong", diretto dalla coppia di artigiani Cooper e Schoedsack, può essere davvero considerato un capolavoro? Se ci si ferma all'impatto che può avere su uno spettatore attuale, che nel frattempo ne ha viste di cotte e di crude, la risposta più semplice potrebbe essere "No", ma in realtà bisogna cercare di tornare ad un impatto emotivo differente, quello di uno spettatore del 1933 che di effetti speciali era completamente a digiuno e quindi aveva la possibilità di assistere a qualcosa di originale, unico e perfino rivoluzionario nel suo genere. In ogni caso, il film unisce al fascino degli effetti visivi una narrazione nel complesso avvincente, leggibile come metafora del mondo dello show business con il regista-demiurgo che vuole creare uno spettacolo di forte presa sul pubblico ma che abbia anche una valenza estetica ed artistica, non si perde in inutili lungaggini come quello di Jackson, é compatto ma anche straordinariamente efficace nelle scene ambientate sull'isola del Teschio e poi in tutta la parte finale. Nel cast ancora molto buona l'interpretazione di Fay Wray nella parte dell'oggetto del desiderio di Kong, ma anche Robert Armstrong nella parte di Denham lascia il segno; gli effetti di Willis O'Brien hanno segnato la storia del cinema, ma il film resta un'opera di artigianato a suo modo geniale, che merita un posto d'onore fra quelle pellicole che, pur non appartenendo al cosiddetto "cinema d'autore", hanno indicato nuove vie alla Settima arte in un momento in cui il linguaggio cinematografico non era ancora rigidamente codificato. E resta un'esperienza piacevole e coinvolgente. 

Voto 9/10

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Ultimi commenti

  1. Antisistema
    di Antisistema

    Sia messo a verbale il mio dissenso contro la denigrazione del King Kong di Peter Jackson, un buon blockbuster tutt'altro che deludente e unica versione da me visionata tra i vari King kong, poichè non ho mai visionato l'originale del 1933, perchè non essendo chissà che nomi questi due registi temo molto l'effetto "datato" per il tipo di storia narrata e unicamente godibile oggi per meri interessi di studio ma non di capacità d'intrattenimento, poi magari vedendolo mi sbaglierò.

    Il King Kong di Peter Jackson è un film eccessivo, bulimico e lunghissimo (non ho mai visto la versione estesa, che sfonda le tre ore e mezza, limitandomi alla versione cinematografica trasmessa in TV). Jackson descrive efficacemente il primo atto, con una Naomi Watts vittima della crisi della grande depressione sino a sprofondare nella fame nera per mancanza di opportunità lavorative nel mondo dello spettacolo e raggirata da un regista poco affidabile e strambo ma una con una folle idea produttiva sgangherata solo a sentirsi; girare sull'isola del Teschio.
    Jackson per quel che ricordo unisce il suo gigantismo, con certe fantasticherie Hollywoodiane pre- seconda guerra mondiale, con il risultato di regalare allo spettatore una pellicola gigantesca in tutti i sensi, eccessiva bisogna dirlo, ma quando giunge sull'isola (senza dimenticare di citare il poetico sguardo tra Watts e Brody mentre la donna è sulla prua della nave e sta girando una scena) Jackson si scatena a tutto spiano con una fantasia a briglie sciolte incalanata in uno spettacolo che vorresti non finisse mai, tra indigeni spietati, un king kong dagli effetti speciali strabilianti (specie nella resa del viso, tutt'oggi raramente eguagliata, grande WETA), vermoni e ragni schifosi che divorano i nostri, brontosauri che corrono all'impazzata ed il divertentissimo Kin Kong vs T-Rex diluito forse per le lunghe, ma bello e spettacolare, come deve essere un blockbuster che fa della grandezza la propria ragion d'essere regalando molto divertimento che vorresti non finire mai. Il terzo atto indubbiamente è la parte più convenzionale e debole del film, non so se è così pure nell'originale, con un finale in cui però il nostro scimmione gigante si erge titanicamente contro la spietatezza del progresso tecnologico rappresentato dagli aerei che lo sfiancano sempre di più e che pur abbattendoli a poco a poco lo logorano sempre più.

    1. steno79
      di steno79

      Mah, guarda che l'originale é di gran lunga il migliore della serie... Datato o meno, é quello su cui poggia l'intera saga e se lo si prende nella sua natura di prodotto d'evasione con annesse riflessioni non banali, funziona ancora benissimo. Jackson invece ha fatto un remake non necessario, lunghissimo e troppo diluito dove alcune intuizioni dell'originale perdono in intensità e poesia, dunque per me un po' deludente anche se realizzato con larghi mezzi e attori di richiamo

  2. (spopola) 1726792
    di (spopola) 1726792

    Trovo anche io un capolavoro insuperabile la versione originale del 1933 ma a me (pur con qualche caduta nella parte centrale) è piaciuto abbastanza anche questo tardivo remake di Jackson (sicuramente molto di più di quello intermedio con la regia di Guillermin)- A me verrebbe da definirlo un film dalla doppia anima e mi spiego meglio: le premesse sono molto allettanti e positive e rappresentano a mio avviso la parte più stimolante e riuscita dell'operazione (e forse anche la più originale) fra sottili rimandi conradiani ed echi Wellessiani, chiaramente avvertibili anche nella caratterizzazione fisica del personaggio del regista, molto più che una citazione visiva: quasi una identificazione sottilmente giocata al rimpallo, fra Welles appunto e lo stesso Jackson. La descrizione ambientale è perfetta: incisiva e veritiera la genesi, esatta la ricostruzione, inappuntabile la definizione delle atmosfere, filologicamente accurati i coinvolgimenti sociali con la rappresentazione accorata e sofferta di quella miseria strisciante che mise in ginocchio l'intera nazione americana, in quel particolare periodo storico, di quella crisi profonda che ha attraversato quella "generazione perduta", che rappresenta la matrice indispensabile, il presupposto imprescindibile, per rendere plausibile la "ricerca dell'evasione", la "necessità della fuga nell'avventura verso l'ignoto", che crea l'humus e il substrato indispensabile per far scaturire le sollecitazioni necessarie a far rivivere quell'isola sconosciuta e misteriosa, quel gigante meraviglioso e impossibile che ne è l'indiscusso sovrano e tiranno, e quella e storia d'amore impossibile e struggente dal tragico epilogo (l"idelizzazione incantata" di un sentimento che non accetta ostacoli o barriere). Basterebbe fare il confronto con l'altra America analogamente inappuntabile, ma manierata e mielosa proposta da Howard per Cinderella Men per apprezzare le differenze e valutare al meglio il talento di Jackson. Anche le caratterizzazioni dei personaggi sono positivamente realizzate (fra tutti il meno riuscito è proprio quello affidato ad Adrian Brody - l'antagonista del trinagolo amoroso - oggettivamente troppo di maniera e decisamente scontato nella classica evoluzione della storia e dei suoi risvolti sentimentali): gli attori perfettamente calati nei ruoli, con punte di eccellenza... (indimenticabile la Watts e il suo tip tap), le ambiguità sottilmente disseminate a creare tensione e a sollecitare l'immaginario e le aspettative... La dilatazione dei tempi (parlo della versione lunga mi aveva fatto sperare su uno sviluppo anticonvenzionale dell'opera, iconograficamente corrispondente all'originale, ma differenziata da una visione più caustica, quasi la voglia di prendere in qualche modo la distanza critica degli avvenimenti, presentandoli sì in una cornice realisticamente credibile, ma nella dimensione atemporale, sospesa nello spazio e nel tempo, della favola e del mito. La tensione rimane altissima fino all'arrivo nell'isola con quegli inquietanti abitatori, di nuovo riportati al ruolo di "vittime" più che di guardiani, di quella preistoria residua ai confini del mondo... figure inquiete, quasi spettrali e orrorifiche. Poi però nella parte centrale è quella ce definisco la sua second a anima a prender (purtroppo) il sopravvento e il film diventa diventa frastornante e caotica, si annacqua nella voglia di sbalordire, come in un innocuo, dozzinale, scontato blockbuster: un giocattolone pieno di trovate mirabolanti e poc'altro (pur con qualche annotazione ironicamente pungente disseminata qua e là). Nulla da dire sulla realizzazione tecnicamente inappuntabile (gli effetti sono oggettivamente sbalorditivi, il perfezionismo del meccanismo assoluto, ma l'accumulo genera assuefazione.. come si dice, il troppo stroppia) Si rischia insomma di far surclassare i "sentimenti" (King Kong in fondo è semplicemente una storia d'amore impossibile: la favola antica e sempre nuova della bella e della bestia) dai tecnicismi da circo di questo paese delle meraviglie. Insomma, l'accumulo davvero frastornante che ci bersaglia per troppo tempo, finisce solo per far perdere la concentrazione, dissolve l'interesse, confonde e devia, come se all'improvviso avessimo cambiato sala e pellicola...: non c'è più a stupirci la magica atmosfera sospesa che ci aveva affascinati e coinvolti, tutto diventa troppo "scontatamente realistico" in quella ripetizione ossessiva di scontri quasi da videogioco pieno di mostri e liane. Ma fortunatamente è solo una parentesi (davvero troppo dilatata) perchè poi riemerge tutta la poesia dell'inizio, con momenti davvero indimenticabili che "umanizzano" ancora di più il King Kong smarrito e prigioniero perduto dal suo impossibile innamoramento, esaltano la passione che lo porterà inevitabilmente a perdersi definitivamente in quella civiltà golosa e avida che non potrà che distruggerlo: a New York non c'è, ne potrà mai esserci davvero, un posto per lui e per il suo mondo. E le immagini tornano a farsi vorticose e affascinanti, con la ricerca disperata della bella fra le mille bionde ossigenate della città... e il disperato tentativo di difendersi arrampicandosi sulla cima di quell'improbabile montagna che è l'Empire State Building. E lassù, in cima, di nuovo insieme, su quella sterminata visione di una giungla diversa e infinitamente più infida fatta di acciaio e di cemento, di case e grattacieli, pullulante di una fauna diversa fatta di pericolosi "vermi striscianti" e di ronzanti creature volanti che attaccano e feriscono, si infrangerà definitivamente il sogno e l'utopia...

    1. Antisistema
      di Antisistema

      La parte sull'isola di Jackson è un luna park senza fine dove sfiori costantemente la morte insieme ai personaggi principali senza mai che ti prenda, un lungo giro di giostra forse bulimico, auto-indulgente e diluito, ma divertente. Ce ne sta per tutti i gusti; ragni ed insetti schifosi e disgustosi che divorano i nostri nel peggiore dei modi, brontosauri in fuga, King Kong vs 2 T-rex mentre cerca di salvare la nostra protagonista sempre ad un passo dalla morte. Dovrebbe ricordare il Jackson splatter degli esordi, ma pre Signore degli anelli mai visto nulla di suo. Purtroppo queste tendenze autoindulgenti, gigantesche e diluite prenderanno il sopravvento nello Hobbit, portando il regista a fare un disastro dopo il primo discreto film, con gli altri due seguiti semplicemente disastrosi.

    2. steno79
      di steno79

      Ringrazio oltre Carmine anche Valerio per il suo lunghissimo, approfondito commento sul King Kong di Jackson. Visto che il discorso è stato spostato sul remake, spendo qualche parola in più su di esso: in ogni caso l'avevo recensito anni fa con 3 stelle, dunque la sufficienza, adesso non lo ricordo benissimo perché la visione è lontana nel tempo, ricordo comunque che non mi aveva molto convinto e lo trovo parecchio inferiore rispetto all'originale o rispetto ai film precedenti di Jackson. La prima parte é sicuramente la migliore, poi dall'arrivo sull'isola il regista sceglie la strada dell'eccesso e i risultati lasciano a desiderare, ne risente la credibilità e l'impatto della trama e dei personaggi e anche il terzo atto non mi ha convinto, dunque pur non essendo certo un brutto film nel complesso mi ha piuttosto deluso perché Jackson é in grado di fare molto meglio e le ingenti risorse che ha avuto a disposizione sembrano un po' sprecate. Naturalmente accetto con molto interesse il vostro parere nell'ambito di uno scambio di opinioni sempre costruttivo

  3. CineNihilist
    di CineNihilist

    Concordo in pieno Steno con il tuo giudizio sul film, un vero capo d'opera che influenzerà i "monster movie" futuri, è semplicemente straordinario tutto l'impianto registico e drammaturgico del film per l'epoca in cui è uscito, e devo dire che l'ho visto anche con gli occhi di uno spettatore degli anni '30, quindi in totale stupore e ammirazione per l'artigianalità della messa in scena che è semplicemente spettacolare e che non denigra affatto una scrittura solida e convincente che ti coinvolge dall'inizio alla fine.

    Io lo considero il miglior monster movie di sempre tant'è che l'ho inserito nella mia playlist dei "magnifici" di filmtv: https://www.filmtv.it/nick/magnifici-film/126205/cinenihilist/#rfr:user-126205

    Per quanto riguarda il remake di Jackson, ne avevo già parlato sotto la recensione del grandissimo spopola che un'altra volta ci regala una valutazione oggettiva ed empatica su vizi e virtù del blockbuster del regista neozelandese, che per mia fortuna o sfortuna, ancora non ho visto.

    Invito quindi il collega @Antisistema di recuperarsi l'originale senza nessuna remora perché tutt'oggi la modernità del capo d'opera degli anni '30 sbalordisce qualsiasi cinefilo con un'anima anche un po' fanciullesca, e se il Luna Park di Jackson è davvero così "barocco ma emozionante", allora io che vado a nozze con "l'intrattenimento caciarone del Cinema di massa", godrò immensamente nel rivedere un King Kong a colori ancor più minaccioso e realistico nel suo apparire sia in forma bestiale sia in una veste più "umanizzata".

    Io poi non sono mai stato un fan dei mostroni al Cinema, ma visto che ormai li sto recuperando tutti, è molto probabile che il "fracassone" "Godzilla vs Kong" me lo vedrò in sala l'anno prossimo, coronavirus permettendo...

    1. steno79
      di steno79

      Ciao Giorgio ti ringrazio, il King Kong del 1933 è entrato di diritto nella storia del cinema, ha avuto una grandissima influenza su tutto il genere dei monster movies ed è effettivamente ancora godibile al giorno d'oggi, con una regia che non ha pretese di visionarietà alla Welles ok, ma allo stesso tempo è solida, artigianale, efficiente nell'inglobare gli effetti visivi di O'Brien in una trama che ha ancora tanti motivi di interesse. Quello di Jackson invece mi sembra un aggiornamento non proprio necessario, dato che erano già stati fatti altri remake, il gigantismo della produzione finisce per appiattire la trama e la durata risulta eccessiva come eccessiva la regia, in effetti le scene coi mostri possono anche essere divertenti ma alla fine perde in poesia e anche in divertimento

    2. CineNihilist
      di CineNihilist

      Prego Steno, te lo meriti per la tua grande divulgazione cinefila qui sul sito ;)

      Da quel che ho capito King Kong è stato da sempre il sogno di Jackson nel trasporlo al Cinema sin da bambino, quindi dopo la rendita della trilogia del signore degli anelli ha giustamente speso i suoi bei soldoni per finanziarsi il suo “film della vita” prendendosi parecchie libertà. Un film fanciullesco quindi e così lo vedrò quando mi capiterà sottomano ;)

  4. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    @steno 79.Io mi mordo le mani perchè non trovo più questo film nella mia collezione.Mi è molto piaciuta la tua afferrabile ed entusiasta recensione. Alla prossima!!!!

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Anna, se ne trovi una copia te lo consiglio sicuramente, non te ne pentirai

  5. ezio
    di ezio

    Questo e' l'unico vero e inconfondibile King Kong....gli altri....copie apocrife !!!....grazie Stefano di averlo commentato.

    1. steno79
      di steno79

      Grazie Ezio, come non essere d'accordo in questo caso!

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati