Regia di Mark Levin, Jennifer Flackett vedi scheda film
Questo film è solo una gran fregatura poiché grazie ad una bella ed adescante confezione, illude di essere uno tra i più gustosi fantasy degli anni novanta, ma è tutt’apparenza. E’ semmai uno tra i più scadenti fantasy degli anni novanta. Scadente nella sceneggiatura, nella narrazione, nella messa in scena, nella scelta del cast, nella capacità di emozionare e di incorporare la men che minima atmosfera magica e fantastica nella pellicola che pur ispirandosi un pochino alla serie tv “Lost” e prendendo anche un po’ spunto da memorabili lungometraggi come “La storia infinita” e “La storia fantastica”, non riesce a trasportarne l’essenza incantata. Assistiamo così ad un film freddo, senz’anima, dalla narrazione fastidiosamente spezzata e farraginosa che non coinvolge come avrebbe potuto e dovuto fare.
Jennifer Flackett e Mark Levin, tra le altre cose, provano pure a scimmiottare Steven Spielberg lasciando che Gerard Butler provi a scimmiottare Harrison Ford in certi momenti, ma il risultato è disastroso ed abbondantemente inconsistente.
Nessuno dei protagonisti possiede veramente spessore e l’avventura proposta non riesce a rivelarsi neppure lontanamente accattivante ed avvincente poiché punta tutto su un’idea banalissima che nel suo caso è sviluppata anche maldestramente: Nim, una ragazzina orfana di madre, vive con suo padre su un’isola e non trova passatempo migliore di quello di leggere romanzi d’avventura che la condizionano a tal punto da farle proiettare avventure mozzafiato anche nel mondo reale e i cui eroini sono naturalmente se stessa, suo padre, i suoi animaletti prediletti e l’autrice stessa di quei romanzi che tanto ama. Un classico in poche parole, ma che classico non sa rivelarsi se non sulla carta (trae ispirazione dal romanzo omonimo di Wendy Orr) perché il film è davvero poca cosa. La sua locandina ad esempio vale più dei suoi contenuti poiché in questo caso l’apparenza vale più della sostanza e funge da specchietto per le allodole.
Dunque, questo polpettone insipido, ingarbugliato e sconclusionato che può solo vantare una bella fotografia e delle stupende ambientazioni e scenografie, fallisce dal mescolare con stile e successo avventura ed onirismo e non è in grado d’intrattenere, ma annoia e confonde e le rare volte in cui sembra essere sul punto di migliorare e decollare, delude sistematicamente. E deludenti si rivelano anche gli attori che s’impegnano al minimo sindacale - soprattutto Jodie Foster – senza mai entrare realmente nei loro personaggi. E se la giovane e graziosa Abigal Breslin di tanto in tanto perlomeno qualche smorfietta riesce ad azzeccarla, Gerard Butler funge più da bella statuina che da eroe poiché davvero non convince in tali panni nonostante ne possieda la giusta presenza scenica ed è palesemente e perennemente fuori luogo proprio come la Foster che non sviluppa in nessun momento la giusta alchimia ed il giusto affiatamento sul set con lui. Chi recita meglio tra tutti è probabilmente l’iguana della piccola Nim, diecimila volte più carismatica, più espressiva e più simpatica dei membri dell’intero cast.
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