Regia di Robert Luketic vedi scheda film
Ma tu non eri quello dei 300.000 $ e poi basta?
L'iscrizione a Medicina ad Harvard non è uno scherzo per Ben, perché i 300.000 $ occorrenti lui non li ha mai visti nella sua vita. Nonostante egli sia un allievo brillante, dedicato alla studio anima e corpo, che lavora in un negozio di abbigliamento per evitare di pesare sulla madre, rimasta sola dopo la scomparsa del marito, non potrà raggiungere il sogno della sua vita.
A meno che non si unisca al gruppo di studenti guidati dal prof. Mickey Rosa, docente di matematica col vizio del black jack, che ha ideato un sistema per vincere a man bassa nei casinò di Las Vegas.
Il problema è: quanto potrà Ben fidarsi della sua emotività in condizioni di stress? e quanto delle perfide manovre del suo prof? e soprattutto: quella esperienza non rischierà di cambiarlo definitivamente?
Bene, diciamolo subito: un minimo di azione c'è e poi le scene di gioco al casinò ormai fanno parte del'immaginario collettivo, come speranza per dare una svolta alla propria vita.
Ma è proprio qui il punto. La storia è completamente acritica nei confronti di un sistema di studio che favorisce i figli delle famiglie abbienti a discapito di personaggi di valore ma senza le giuste credenziali. E' poi vero che ogni Università americana di solito concede una borsa di studio onnicomprensiva per accogliere almeno una mente brillante che però non dispone dei mezzi economici adeguati, ma siamo al livello di una briciola concessa agli affamati: la carità che non supplisce la mancanza di un diritto (sempre se siamo d'accordo che lo studio sia un diritto).
Insomma non ci voleva Bernie Sanders per sollevare in maniera sistematica il tema degli squilibri sociali che condizionano il futuro dei giovani americani (e non solo americani).
Ma qui la storia gioca sull'accettazione dell'esistente, per cui la soluzione magica è il gioco d'azzardo e la lotta non la si fa verso chi ha creato questa situazione, ma contro i casinò o contro i compagni di gioco.
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