Regia di Robert Luketic vedi scheda film
La matematica applicata rigidamente al gioco del Black Jack.Sinceramente non ho mai giocato al black jack e ci ho capito poco del metodo adottato da questo gruppo eversivo di studenti agli ordini di un prof di matematica non propriamente irreprensibile.Però dicono che sia tratto da una storia vera per cui la fiducia nel loro metodo è d'obbligo.E'un film che all'inizio incuriosisce poi si attesta su una prevedibile meccanicità(le serate al tavolo da gioco,le dinamiche sia sentimentali che non all'interno del gruppo sono ampiamente peventivabili con congruo anticipo) e poi si sfalda nel finale anche a causa di un eccessiva lunghezza.E'un film che dura circa 120 minuti ma quello che aveva da dire lo poteva racchiudere in 90 massimo 100 minuti.Come detto all'inizio la vicenda intriga:studente squattrinato ha bisogno di un gruzzolo adeguato per entrare alla facoltà di medicina ad Harvard.Ed entrando in questo gruppo spera di farcela e per un certo periodo riesce pure.Ma il diavolo ci mette le corna sotto le forme di picchiatore quasi disoccupato(ormai il suo lavoro è sotituito quasi ovunque da un anonimo software) che cerca di individuare al videotape quelli che imbrogliano contando le carte.Cioè quelli come loro,per l'appunto.La regia è molto orientata a soluzioni "gggiovani",che vogliono sembrare moderne a tutti i costi in un caleisodoscopio di musica e luci che rischia di frastornare.E forse qui sta il limite del film:nonostante una confezione luccicante,nonostante una certa eversività e cattiveria,nonostante esponga una versione del Sogno Americano riveduta e (s)corretta vuole sembrare il classico teen movie dove il nerd,lo sfigatello,riesce a vincere la sua partita.E se all'inizio abbiamo una parvenza di filosofia "Capitano o mio capitano" nel rapporto col professore che sembra un surrogato di quello della Dead Poets'Society verso la fine sembra di trovarci di fronte a una delle truffe di Ocean(twelve o thirteen è lo stesso,ormai abbiamo perso il conto)girata alla stessa maniera di una puntata di CSI,ma quello originale di Las Vegas.Senza delitti.Al massimo si prendono un po'di botte.Dal punto di vista recitativo convince il protagonista(un bravo Jim Sturgess) che sembra il classico rospo pronto per diventare principe mentre Kevin Spacey si ricicla e si ricita,con la consueta programmatica ambiguità....
ok
non male
ok
funziona
due sole espressioni:una attonita con gli ochi sbrrati e l'altra molto attnita con gli occhi molto sbarrati
inutile
già che ci stava si è pure fermato a girare CSI
solita programmatica ambiguità
bellina....per il resto rascurabile
direi bravo,clssico nerd pronto per il salto di qualità
regia trendy con mancanza del dono della sintesi
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