Regia di Robert Luketic vedi scheda film
Il trailer di questo film mi ha bombardato inesorabilmente ovunque (cinema e tv) per mesi, e devo dire che mi era parso anche abbastanza invitante, dato che quella manciata di minuti era piena di ritmo, movimento ed immagini stuzzicanti accompagnate ad un intrigante brano dei Doors. Poi finalmente il film arriva nelle sale e scopro, leggendo i quotidiani, che l'accoglienza della critica è piuttosto freddina. Il tema del film era esplicito già nel trailer: un gruppo di studenti eccellenti di matematica, guidati dal loro professore, elaborano un sistema complesso per sbancare il Casinò di Las Vegas. Un argomento che intriga, come sempre al cinema quando c'è l'idea di base della preparazione di un "colpo". Per altri versi, diciamo quelli "concettuali", il mio potenziale coinvolgimento personale era prossimo allo zero in quanto: a) - a scuola sempre detestato la matematica e i numeri b) - mai entrato in un casinò, e mi guardo bene dal farlo c) - sempre detestato il gioco d'azzardo e non gioco mai nemmeno a carte. Semmai, i motivi di interesse erano altri, tipo i tre attori protagonisti, ma di loro parlerò piu' avanti. Che dire di un film che non è niente di che ma si lascia vedere? Ecco. L'ho appena detto, in estrema sintesi. Anche se devo confessare che, rispetto ad un trailer così scattante, un pò di delusione c'è, di fronte ad un film dall'andamento discontinuo. Un film che parte benissimo, carico di promesse stuzzicanti, ma che poi, dopo averci presentato tutti i personaggi e le loro intenzioni, si ripiana su sè stesso e arranca con una certa stanchezza e con blande emozioni; poi, d'improvviso, negli ultimi 20 minuti succede di tutto e di corsa (e infatti il finale -assieme all'inizio- è forse la parte migliore e la piu' sorprendente). Gli attori sono tutti piuttosto bravi, ma secondo me i problemi sono da individuare altrove, e cioè in una sceneggiatura che non ha saputo sfruttare che in minima parte un'idea di per sè molto interessante, e anche -e soprattutto- in una regìa non all'altezza. Risultato: in mano ad un regista accorto ne sarebbe uscita un'opera deliziosa, invece è soltanto "sufficiente". E passiamo alle tre star che dominano il film, cominciando da quella che splende di meno, essendo anche poi un attore molto giovane e di relativa esperienza. Sto parlando di quel Jim Sturgess che ci aveva colpito favorevolmente un pò tutti col celebre "Across the Universe". Jim ha la faccia giusta e se la cava bene, anche se resta l'impressione che finora la sua gamma espressiva non abbia avuto il modo di mostrarsi in tutta la sua completezza: insomma la stoffa c'è, lui è tanto caruccio, ma lo aspetto al varco per ruoli piu' impegnativi ed intensi prima di valutarne la sensibilità di interprete. E poi ci sono due vecchie conoscenze di ogni amante del buon cinema, due facce che si rivedono sempre con piacere. Kevin Spacey con quel suo eterno ghigno da paraculo, sempre talmente ambiguo e diabolico che a volte ti chiedi se anche nella vita sia proprio così bastardo. Spacey è un vero istrione, lo sappiamo bene, talvolta anche oltre i confini del narcisismo. Ma qui interpreta un ruolo (sì, mefistofelico, come sovente gli accade) ma stavolta forse non adeguatamente supportato in sede di sceneggiatura, non abbastanza rifinito insomma. Per quanto, va detto comunque che Spacey evidentemente credeva nell'insieme del progetto, dato che appare accreditato nei titoli di testa fra i produttori della pellicola. Ma il mio gusto personale tende a preferire l'altro attore che nel film è contrapposto a Spacey: il grande (e grosso!) Laurence Fishburne, di cui sono sempre stato un fan. Anche il suo personaggio non pare compiutamente elaborato in fase di scrittura, ma quel suo faccione autorevole si impone e buca lo schermo senza difficoltà. Una critica che ho letto su un paio di quotidiani mi sento di condividerla in pieno: oggi si fanno spesso film troppo lunghi, e questo ne è un esempio lampante. Una storia che poteva compiutamente esprimersi in un'ora e mezza viene allungata (come il brodo) per farle raggiungere e superare le due ore di durata. Così non ci siamo proprio. Fino a pochi minuti fa stavo ancora riflettendo sul tema del film: "sbancare il casinò". A parte il fatto che del piano elaborato nel film non ci ho capito una mazza, essendo estraneo io ai "giochi matematici" come ad ogni sorta di speculazione numerologica, ogni volta che sento parlare di "truffe ai danni di un casinò" la mia reazione è tra l'incredulo e il perplesso: sì, perchè se è vero che esistono i geni della truffa (matematica, tecnologica, etc) è pur vero che oggi è impossibile riuscire ad aggirare certi sistemi di controllo sofisticati da far paura; senza contare poi che in ogni casinò (specie in quelli "storici" di Las Vegas) immagino che ogni singola mossa di ogni singolo giocatore sia spiata da cento telecamere e ripresa da mille occhi attenti al minimo "segnale". Eppure la vicenda del film è autentica, anche se risale alla metà degli anni '90: oggi credo che realizzare una truffa come quella narrata sia alquanto improbabile. Vorrei concludere con la solita considerazione personale, che stavolta mi procurerà accuse di moralismo spicciolo...I giovani protagonisti del film, questa squadra di menti matematiche eccellenti, il cui "sogno americano" è quello di vincere palate di soldi facili (senza lavorare) nella sfavillante Las Vegas (soldi da spendere in abiti griffati e Limousine, come si vede nella pellicola), beh, saranno anche dei "cervelloni dei numeri" ma a me sono sembrati solo -umanamente parlando- dei gran coglioni. Riassumendo: film troppo lungo, attori bravi, regia e sceneggiatura inadeguate...Fate un pò voi.
Voto: 6 +
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