Regia di Jan Nemec vedi scheda film
Il film, una delle tante perle della Nová Vlna (la nouvelle vague cecoslovacca), è la rappresentazione di una caccia (all'uomo) atemporale e concettuale (l'ambientazione nazista è puramente accessoria) che dura appena un'ora pur dilatata dalla quasi assenza di dialoghi (i pochi presenti sono non essenziali per lo sviluppo della storia).
L'immagine filmica è diretta e immersa nell'evento (ricordando a tratti quasi un Tarr) pur se frastagliata da numerosissimi frammenti di memoria (che più che ricostruire un passato, ne testimoniano briciole di una presenza contrastante rispetto all'opprimente qui ed ora) oppure da tracce di immaginazione, sempre legate alla morte (i personaggi nel film muoiono in potenziale).
Grottesca la rappresentazione delle milizie filo tedesche (al limite di Cinico TV), una banda di decadenti vecchiacci intenti in una sorta di caccia alla volpe.
Immagine contrastata, sovraesposta e plumbea (con un bosco ancor più opprimente di quello di Va' e vedi di Elem Klimov) grazie al fondamentale apporto di due grandi direttori di fotografia a inizio carriera, Jaroslav Kucera e Miroslav Ondrícek (quello di Amadeus).
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