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Trama

Passato a Cannes. A Hong Kong facevano film simili negli anni 60: il genere si chiama huangmei diao, che in cinese significa l’operetta delle susine gialle. Griffin Yueh Feng, autore di The Three Smiles ne era un alfiere. La storia ha radici profonde nella tradizione popolare classica: un illustre poeta, invaghitosi del sorriso di una governante, si fa assumere nella stessa casa come servo, sotto mentite spoglie, per conquistare l’amata. Il risultato è meraviglioso: grazie ai potenti mezzi dei produttori Shaw Brothers le ricostruzioni storiche sono di prim’ordine; così come le splendide musiche, sempre trascinanti. Yueh aveva fama di letterato: qui dimostra la sua competenza con il garbo e la compostezza dell’artista colto e raffinato. I duetti cantati tra Ivy Ling Po, grande protagonista di ieri intervistata oggi negli extra, e l’ingenua Li Ching danno il senso di un film che, pur ambientato in un passato remoto, resta attuale e coinvolgente; scontati il successo di pubblico e il quarto posto al box office della stagione..

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