Regia di Michael Arias vedi scheda film
Pellicola d’animazione caratterizzata da molti aspetti decisamente positivi, ma anche dalla sensazione che per sviluppare al meglio la storia, tratta da un popolare manga scritto da Tayo Matsumoto, ci sarebbe stato bisogno di almeno un’altra mezz’oretta (considerazione che faccio senza aver letto il manga, ma esclusivamente in funzione di personaggi che entrano, ed escono, dalla scena senza aver sempre tutte le delucidazioni del caso).
Città Tesoro è un posto affascinante, una città fuori dal tempo in cui vivono realtà diverse tra loro.
Tra queste ci sono due ragazzini abbandonati, Bianco e Nero (soprannominati i Gatti), che si credono i padroni del’area e che danno battaglia agli altri ragazzini che provano a violare la loro posizione di potere, ma soprattutto alla yakuza, che ha progetti criminali per rimodellare quest’area, ed anche ad un gruppo di assassini, con capacità soprannaturali, che vogliono eliminarli.
Tekkonkinkreet è un film che offre davvero molte cose interessanti nei suoi quasi cento minuti di durata effettiva.
La prima, e maggiore, anomalia è l’associazione tra il fatto che i protagonisti assoluti siano due ragazzini, e che ci sia una dose di violenza, anche brutale e con manifestazioni improvvise, che li vede interpreti in primo piano (alcune scene, oltre al sangue, mostrano una cattiveria quasi spregiudicata).
Il resto è un mix di diverse componenti, un po’ d’avventura e d’azione (inseguimenti e combattimenti tra i vicoli e non solo), una discreta dose di fantasia (Città Tesoro è un luogo distante da tanti altri già visti), uno spirito poetico (con inserti trasognanti dei bimbi per un futuro diverso dalle quotidiane difficoltà) ed i sentimenti evidenti che caratterizzano i rapporti non solo tra i due piccoli protagonisti (vedi anche il vecchio ed il giovane criminale).
Validi anche i disegni che danno vita ad uno spazio che mescola modernità e vintage, certo lontani dalla perfezione tipicamente hollywoodiana, ma talmente ricchi di dettagli e colori (vedi le corse tra i le strade del quartiere) da risultare intriganti ed immediatamente avvolgenti.
Insomma quasi tutto funziona molto bene, l’unica pecca rimane la (solo mia?) sensazione che non tutto sia stato affrontato con la profondità che comunque si intravede, con la scusante che nel piatto c’è parecchia sostanza, non facile da amalgamare.
Molto interessante ed intrigante, con qualche piccolo dubbio.
Alcune sequenze sono davvero impressionanti, per il resto buona cura per i dettagli e forse la storia aveva bisogno di una durata migliore per colpire ancora di più.
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