Regia di David Paulsen vedi scheda film
Un giallo ispirato ai primi film di Dario Argento, girato senza alcun senso del ritmo e della tensione. L'identità del killer è celata sin quasi alla fine, nel rispetto del whodunit, ma la visione del film è quasi sfiancante per quanto monotona.
Julie (Marianna Hill) è una giornalista responsabile di una rubrica di corrispondenza con i lettori di una rivista popolare. Per meglio affrontare il divorzio dal marito Doug (Craig Wasson) si è iscritta ad un gruppo terapeutico, sotto consulenza dello psicanalista Peter (Klaus Kinski). Julie finisce per instaurare una relazione sentimentale proprio con Peter, relazione molto male accolta dalla figlia adolescente del dottore, Alison, ancora turbata per la morte prematura della madre. Lettere di minaccia anonime iniziano ad arrivare all'indirizzo della scrittrice mentre un serial killer, a colpi di forbice, infierisce sulle donne, emancipate, che partecipano al gruppo terapeutico di Peter.
Modesto e contenuto thriller dei primi Anni '80 che tenta, maldestramente, di appropriarsi delle tematiche alla Dario Argento proponendo un assassino -ovviamente traumatizzato- che se ne va in giro con impermeabile, guanti neri e cappellaccio per castigare, a colpi di forbice, donne a suo modo di vedere "perverse".
Purtroppo David Paulsen, anche artefice della brutta sceneggiatura, non ha il minimo senso dello spettacolo, tantomeno della direzione, arrivando a sprecare -per distratta regia- le uniche carte interessanti del mazzo: Klaus Kinski che qui si propone in un ruolo pressoché anonimo, senza nemmeno tentare di dare un minimo di spessore psicologico al personaggio e Craig Wasson, che sembra essere capitato sul set per pura fatalità.
Un minimo di interesse, grazie al rispetto per il "whodunit", il film riesce a procurarlo nel finale, offrendo una soluzione banale ma con identità del killer piuttosto imprevedibile. Si tratta però di ben poca cosa, considerata la fatica richiesta allo spettatore per seguire, senza far calare le palpebre, ottantacinque minuti di girato (quasi) a vuoto. Stranamente, a suo tempo, questo indifendibile Schizoid si era fatto notare dagli appassionati del giallo. Resta difficile capirne i motivi, data l'aria di trasandata messa in scena e la totale assenza di thriller e considerando anche che le scene degli omicidi vengono offerte senza alcun spargimento di sangue, arrivando a frustrare tutte le attese dello spettatore che si ritrova così a doversi sorbire un film privo di ritmo e interpretato da attori parecchio svogliati. Dimenticabile.
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