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Via del corso

Regia di Adolfo Lippi vedi scheda film

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Stefano L

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La recensione su Via del corso

di Stefano L
1 stelle

«Ha parlato Madre Teresa de Centocelle», risponde una bisbetica diciassettenne (doppiata pessimamente) alla genitrice che ne critica il modo volgare di truccarsi. «Oddio!!! Ma che è? "Nightmare"?!» tuona la Chiatti, con accento romanesco improbabile, al passaggio di una snob. «Francesca io ho sempre sognato di diventare come te», farfuglia in un negozio d’abbigliamento la rossiccia, forse, più credibile del gruppo, davanti ad una vallettona. Seguono le gesta di un burino dedito al furto d’auto, accompagnato dalla cialtrona di turno rimorchiata sul marciapiede, scazzottate rintronanti in risse alla Bud Spencer coreografate da primati (dove al posto del mitico Carlo Pedersoli ci sono tre zoticoni qualunque), una lunga corsa al motorino rubato totalmente sconnessa dalle altre traversie, e un abuso sessuale esposto in chiave farsesca, da far rabbrividire. L’avvio del millennio ha segnato l’ingresso delle generazioni di adolescenti più licenziosi, su questo non si discute, però spiattellare delle trivialità a casaccio, con un’estetica paratelevisiva da denuncia penale, e una direzione in cui la genialità più azzeccata è quella di riciclare il ritornello «I’ll be there» dei Soundlovers per trasformarlo, onomatopeicamente, in «I'll bidet» (mentre una squinzia si lava le parti perineali, giusto per esaltare il “lirismo” della circostanza) non è francamente accettabile.. Un netturbino chiude l’orrendo avanspettacolo di novantasei minuti rimembrando i fasti di Via del Corso, quando vi sfilavano prìncipi e gente di classe. Al termine delle trasmissioni ci si ritrova col quoziente intellettivo abbassato.

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