La parodia delle parodie del genere horror negli anni '70 è, senz'ombra di dubbio, quel capolavoro assoluto di Frankenstein Junior. In tema vampiresco, nella fattispecie, il via alle danze l'aveva però dato, nel 1967, il piccolo grande polacco con
Per favore, non mordermi sul collo! (iniziando così anche la abbacinante consuetudine dei titoli à bite de chien dei traduttori italiani), che ebbe notevole influenza sul cinema successivo; restando in Italia si pensi a Fracchia contro Dracula (1985) o al (fiacco) Dracula morto e contento con Leslie Nielsen (1994).
Tutto per dimostrare come gli opposti spesso coincidano, e come l'horror possa far ridere. Meno conosciuto è questo Amore al primo morso (traduzione letterale, ma non vi abituate), ed è un peccato perché anche se all'epoca la critica lo stroncò come film sessista e suprematista con battute razziste, oggi, in tempo di cancel culture, di metoo e di bacchettonismo puritano galoppante, è divenuto un documento di quanto negli anni '70 fossimo mentalmente più sgombri, easy e (molto) meno ipocriti.
Ad esempio oggi battute del tipo: "Come obbligare il ginecologo a non essere pagato gridando 'stupratore!' nell'anticamera del suo studio" creerebbero incidenti diplomatici a iosa.
Da antologia la scena dove, capitato in un funerale sbagliato, Dracula esce dalla cassa subito dopo che il prete officiante ha appena tuonato dal pulpito che dalla morte non si ritorna mai, creando ovviamente il delirio.
Il film è quindi ancora molto godibile, nonostante la trama del vampiro alla ricerca della donna già morsa nei secoli sia trita e ritrita, e il merito è del perfetto George Hamilton nei panni di un Dracula habillé à la Lee ma con pronunzia rumena alla Bela Lugosi, perfettamente reso dal doppiaggio italiano.
Musiche di Charles Bernstein.
Il regista, filologico anche nel nome, fu segnalato allo sceneggiatore Kaufman da Peter Sellers in persona.
Da riscoprire.
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