Regia di Louis Leterrier vedi scheda film
Di solito le testate a fumetti esordiscono con un numero "zero". Come bisogna considerare appunto il film precedente di Ang Lee con Eric Bana, se qui cambiano, oltre che regista e interpreti, pure la caratterizzazione del gigante di giada, la sceneggiatura sforna un prologo in cui viene riconsiderata l'origine di Hulk, cancellando completamente tutta la storia del precedente. Affidato al francese Leterrier, che proviene dalla serie "Transporter", questo "nonsequel" la butta decisamente più sull'azione, evitando le riflessioni etico-edipiche del kolossal di Lee, con l'accortezza di mostrare la creatura concepita ai raggi gamma dapprima per dettagli, per farlo esplodere in tutta la sua irruenza furibonda verso metà film. Incompreso e distruttivo, questo Hulk è molto più simile a quello di tante fasi dei fumetti, sia per come lotta anche contro la sua nemesi Abominio, che per la natura errabonda e la tendenza antimilitarista delle sue storie: probabilmente piacerà di più al pubblico del film del 2003, per il suo canovaccio più canonico e la tenuta di ritmo apprezzabile. Se tanto mi dà tanto, l'apparizione finale di un altro importante personaggio di casa Marvel dovrebbe avviare un processo di incroci ( i "crossover" tanto cari alla casa di Stan Lee) che potrebbe generare diversi nuovi kolossal supereroistici. Alla prossima puntata, naturalmente.
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