Regia di Louis Leterrier vedi scheda film
In una favela brasiliana vive un americano, Bruce Banner (Edward Norton), impiegato in una fabbrica che produce bevande al guaranà; segue corsi di autocontrollo, si tiene lontano dai guai e monitora il proprio umore con un cardiofrequenzimetro. La sua vita è ai limiti dell’inumano: nessun rapporto sociale se non, via chat, con un misterioso quanto anonimo utente che dice di poterlo aiutare a risolvere la sua situazione.
Nonostante non sia un sequel, né un remake, è talmente famosa (nonché cinematograficamente inflazionata) la storia di Hulk, il mostro che si scatena dalla rabbia dello scienziato Banner, che il regista Louis LeTerrier decide di scaraventare lo spettatore in una storia già “in itinere”. L’inizio del film è anomalo, perché le prime scene raccontano di un Bruce Banner alle prese con la sua diversità che è già conclamata. LeTerrier, tuttavia, decide di narrare comunque le cause che hanno portato a tale situazione (l’accenno ai deleteri esperimenti e la storia d’amore con la dott.ssa Ross), realizzando una sorta di videoclip che scorre sotto i titoli di testa.
Ma il punto di vista narrativo non convenzionale non è l’unica novità di questo ennesimo capitolo sull’uomo verde: LeTerrier rimane molto fedele al fumetto originale Marvel, esasperandone, tuttavia, l’aspetto più interiore e critico del protagonista; essendo l’unico supereroe i cui poteri vengono vissuti come un handicap, la sceneggiatura preferisce sottolineare la vita da reietto di Banner/Hulk, al punto da lasciare passare la sua forza e le relative conseguenze quasi come un’appendice alla sua condizione di diseredato.
La scelta narrativa atipica, a cui ha contribuito fattivamente Edward Norton, era assolutamente necessaria, altrimenti il film sarebbe risultato l’ennesima minestra riscaldata.
Alla fine il film emoziona più di ogni altro film del genere “fumettistico”, le prestazioni di Norton, della Tyler e dei magnifici comprimari William Hurt e Tim Roth sono notevoli.
Molto simpatico il cameo di Lou Ferrigno (Hulk ad honorem), che idealmente, con quell’high five, passa il testimone a Norton per i prossimi capitoli. Capitoli che il finale-cliffhanger ci assicura ci saranno…
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