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L'incredibile Hulk

Regia di Louis Leterrier vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su L'incredibile Hulk

di obyone
5 stelle

 

Tim Roth

L'incredibile Hulk (2008): Tim Roth

 

A produzione conclusa Edward Norton divenne, probabilmente, verde per la rabbia. O, forse, a trasformarsi in un mostro gigantesco fu Kevin Feige presidente Marvel. Norton voleva Bruce Banner ma non gli bastava. Desiderava plasmare il Mr Hyde dei fumetti secondo la propria visione, ergo voleva mettere le mani sulla sceneggiatura affidata a Zack Penn e sulla direzione del mestierante Louis Leterrier. La Marvel si prese un attore di indubbio talento ma difficile da gestire e lo accontentò, salvo voltargli le spalle più tardi. Norton riscrisse la sceneggiatura e girò alcune sequenze d’accordo con il regista. L’attore credeva in un ritratto cupo e introspettivo di Hulk, Feige voleva spettacolo e cazzotti. Niente di più. Saggio sarebbe stato ingaggiare, fin da subito, Mark Ruffalo che era la prima scelta di Leterrier. Con Ruffalo i Marvel Studios avrebbero avuto il proprio giocattolo ed un solido legame professionale per il futuro della saga. Non fu così e la rottura si consumò inevitabilmente. La star di “American History X” avrebbe sostenuto, in seguito, di non desiderare un ruolo che richiedesse ulteriori gettoni presenza ma a pesare maggiormente sulla detronizzazione di Norton furono le divergenze creative tra lui e il patron della casa.

 

Edward Norton

L'incredibile Hulk (2008): Edward Norton

 

I dissapori e le difficoltà dovute alla riscrittura e alla mancanza di una leadership produttiva/artistica furono dunque il motivo di un risultato non propriamente all’altezza. Un film che aveva poco dell’analisi psicologia che andava cercando Norton e che avrebbe potuto offrire di più dal punto di vista dello spettacolo.

Il Banner di Norton, che dal suo interprete ereditò la maniacale disciplina, non riesce ad esprimere, a mio avviso, la gamma di sentimenti dolorosi e oscuri a cui anelava l’attore di Boston. Se per Banner vi è comunque un minimo di introspezione peggio va alla controparte femminile, Betty Ross, che appare come un Ann Darrow tra le mani di un gigantesco gorilla verdognolo anziché l’intelligente scienziata e fidanzata di Bruce. Liv Tayler è piuttosto spaesata e nemmeno l’affinità di coppia riesce ad esprimere, totalmente, il forte senso di frustrazione per la deriva umana e sentimentale causata dall’incidente di laboratorio. La sequenza dedicata al rapporto sessuale, interrotto dalle pulsazioni in rapida crescita, è involontariamente ridicola e rappresenta l’occasione mancata di analizzare le emozioni profonde dei due protagonisti.

Quel che è peggio “L’incredibile Hulk” non riuscì ad asprimere pienamente quanto auspicato da Feige in termini di spettacolo. La prima apparizione del gigante avviene in un delirio di movimenti di macchina che generano confusione e spaesamento. Il regista, più che Banner, avrebbe dovuto esercitarsi con il guru Rickson Gracie.

In generale la parte del racconto ambientata tra le favelas è piuttosto avara di emozioni. Leterrier, nell’aizzare i cani contro il fuggitivo, gira un’apparente unica sequenza modificando via via la luce per adattarla alle diverse ore del giorno. La sintesi impressa alla scena, a mio avviso, non riesce a rendere l’idea di un inseguimento lungo ed estenuante. Il passaggio dal chiarore dell’alba alla luce del sole e il ritorno, successivo, alle ombre della notte lasciano perplessi. Decisamente più spettacolare la rivelazione di Hulk nel campus universitario dove il gigante viene mostrato finalmente nella sua forma. La mia sensazione è che troppi cambi di mano abbiano reso caotico il progetto. I personaggi sono piuttosto lacunosi (imbarazzante il Mr Blue di Tim Blake Nelson) ed eccessivo il ricorso alla sospensione dell’incredulità, basti pensare alla fine di Abominio risparmiato da Hulk per intercessione di Ross. Dove metterà lo S.H.I.E.L.D l'abominevole Blonsky perché non scappi?

Il finale è quasi profetico. Norton si allena a trattenere la rabbia mentre Faige lo silura. Negli "Avangers" ci andrà Ruffalo che potrà raccontare qualche anno più tardi di quando sua figlia andava all'asilo e presentò Hulk ai suo amichetti... Quello si un vero film.

 

TIMVISION

 

scena

L'incredibile Hulk (2008): scena

 

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