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Il Cavaliere Oscuro

Regia di Christopher Nolan vedi scheda film

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La recensione su Il Cavaliere Oscuro

di CineNihilist
9 stelle

Bruce Wayne/Batman: O muori da eroe o vivi tanto a lungo da diventare il cattivo.

 

Il formidabile eco e il successo ai botteghini di Batman Begins richiamano Nolan alla regia per il secondo capitolo sul noto pipistrellone, optando però per un cambio netto nel titolo rispetto a quello del capitolo precedente per conferire un’aura ancora più drammatica e catartica al lungometraggio.
Il capitolo centrale assume dunque un tono ancora più oscuro grazie alla maggior libertà creativa lasciata a Nolan, che insieme a suo fratello Jonathan decide di andare in maggiore profondità nell’analizzare la mitologia del noto supereroe DC, concentrandosi sull’aspetto più interessante del suo intero arco evolutivo ovvero lo scontro eterno con la sua nemesi Joker, villain ormai iconico nella cultura pop che grazie al suo carisma folle ed anarchico ha valso il premio Oscar postumo a Heath Ledgerche di fatto ha reso un cult The Dark Knight, facendogli incassare più di un miliardo di dollari. Un record per un film supereroistico all’epoca.

 

Heath Ledger (without makeup or prothetics) on the set of "The Dark Knight"  with Christopher Nolan : batman

How Heath Ledger Became the Joker for The Dark Knight - Spotlight

 

Aldilà del caso mediatico che sicuramente ha contribuito ad immortalare il film agli occhi del grande pubblico entrando di fatto nell’immaginario collettivo e nella Storia del Cinema, Nolan conscio di avere a che fare con un materiale così pregnante come l’affascinante dualità filosofica tra le due nemesi più iconiche del mondo dei fumetti, immerge i due freaks in uno splendido noir-gangster-thriller metropolitano citando soprattutto un classico come Heat – La sfidadove chiaramente ne riprende i tempi della narrazione, la messa in scena crepuscolare, la fotografia bluastra luccicosa nelle scene in notturno, nelle panoramiche su Gotham City e palesemente nella famosissima scena dell’interrogatorio dove al posto di Al Pacino e Robert De Niro siederanno Batman e Joker nel ruolo del “gatto” e del “topo”, anche se a conti fatti il Cavaliere Oscuro assomiglia più ad un “cane” rabbioso contro un “gatto” graffiante e giocoso nel catturare ed uccidere i suoi “topi”, “sorci”, “pantegane” di Gotham City per il mero gusto primordiale di tirare fuori la “bestialità” e il peggio nell’essere umano.

 

Al Pacino, Robert De Niro discuss their legendary 'Heat' face-off

The Cinema King: Armrest Review - The Dark Knight, Part Three

Christian Bale Really Hit Heath Ledger in The Dark Knight

32 on-set photos of Christian Bale and Heath Ledger during the  interrogation scene from THE DARK KNIGHT, accompanied with Christopher  Nolan interview bytes brea… | Joker dark knight, Joker tattoo, Joker pics

 

In questo splendido capitolo centrale viene dunque fuori tutta l’anima nolaniana sia in termini drammaturgici che in termini visivi, che sin dalla prima inquadratura fino all’ultima non scade in banali virtuosismi fine a sé stessi, anzi, segue costantemente i suoi personaggi nei loro drammi, nei loro momenti d’azione e nella loro spettacolarità sia scenica che simbolica, dando così ad ogni membro del cast il giusto spazio in uno scenario decadente e speranzoso allo stesso tempo, alternando sapientemente i momenti di pathos con quelli di intimità.
Il calore umano che traspare in questo mondo freddo e asettico è dunque il motore delle vicende che spingono i “buoni” ad incarcerare i “cattivi” attraverso la via della giustizia istituzionale incarnata dal nuovo procuratore distrettuale Harvey Dent, ormai “paladino” e “padrino” di Gotham insieme alla sua nuova fidanzata Rachel, protettrice e “madrina” della città e dunque compagna del nuovo cavaliere senza macchia e senza paura.
La battaglia giuridica e processuale affiancata dalle rinvigorite forze dell’ordine guidate dal coraggioso commissario James Gordon contro le preziose risorse finanziare della malavita, sembra dunque portare a un nuovo ordine alla città mettendo fine al dominio delle cosche mafiose grazie anche ai tempestivi interventi di Batman nello scuotere lo status quo criminoso.

 

 

A scuotere il nuovo ordine liberal-borghese imperniato sulla legalità che sembrerebbe capace di smacchiare Gotham dai suoi numerosi peccati, se ne occupa invece il Joker, criminale folle vestito e truccato come un pagliaccio assoldato per disperazione dai boss mafiosi per contrattaccare all’offensiva di Batman e dei suoi alleati.
L’introduzione di un villain così imprevedibile e folle come il Pagliaccio Principe del Crimine aderisce perfettamente alla poetica nolaniana nell’indagare l’ambiguità morale dell’essere umano e dei suoi connotati più irrazionali, che in un mondo apparentemente perfetto scardineranno il fragile equilibrio della razionalità e dell’ordine precostituito.
La carica eversiva e anarchica del Joker si contrappone perfettamente alla dogmatica crociata votata all’ordine di Batman che in questo tormentato secondo capitolo si vedrà spogliato delle sue certezze e intaccato nella sua moralità ferrea e pura, generando un contrasto emotivo, psichico, dialettico e filosofico tra le due nemesi tra caos e ordine, criminalità e giustizia, luce e oscurità, bene e male, distruzione e costruzione, nichilismo e costruttivismo.
Lo scontro ideologico e fisico di questi due archetipi fumettistici immersi in un contesto similmente realistico, è perciò uno specchio della nostra realtà che Nolan filtra attraverso la giungla urbana di Gotham City che mostra tutte le virtù e le deficienze della nostra società contemporanea a partire dalla giustizia, dalla burocrazia, dalle istituzioni, dalla dignità e dalla moralità che vengono tutte messe in discussione dal punto di vista anarchico del Joker che riesce a mettere in crisi l’esistenzialismo dell’intera metropoli e dei cittadini che vi ci abitano.
L’interpretazione cinematografica che incarna Heath Ledger è a mio avviso la più intrigante rapportandola alla base di partenza del fumetto, perché riesce ad incarnare il lato più anarchico, folle, subdolo, enigmatico, ambiguo, sporco, distruttivo e misterioso del personaggio, rendendosi così maledettamente inquietante con quel trucco cicatrizzato di dubbia provenienza utile per mascherarsi di una spettacolarità magnetica e imprevedibile, rubando di fatto la scena ogni volta che appare per seminare caos e distruzione.
L’essere una mina vagante morbosamente attaccata alla figura di Batman non fa che demistificare la simbologia e la mitologia battezzata in Batman Begins, decostruendo così il supereroismo del primo capitolo per sottolineare la sua decadenza come simbolo e oggetto di culto, ritornando in una dimensione più terrena nell’eterno dilemma morale se salvare Gotham o condannarla a morte, trascinando nelle tenebre anche gli ultimi bagliori di luce della città come la sua “madrina” (Rachel) condannata al martirio e il suo “padrino” (Harvey Dent) plagiato nell’impossibilità di combattere il male dal folle criminale psicopatico.

 

Heath Ledger

Il Cavaliere Oscuro (2008): Heath Ledger

 

La discesa negli inferi della follia in cui la disperazione prevale sulla speranza, è incarnato perfettamente da Due Facce, il nuovo alter ego dell’ex procuratore distrettuale che incarna la disillusione dell’uomo contemporaneo e il fallimento delle istituzioni, annichilito dalle ingiustizie che albergano costantemente nell’involuzione di una società disfunzionale votata perennemente al disordine.
L’ascesa e la caduta della società postmoderna occidentale viene dipinta egregiamente da Nolan che all’interno di un narrazione noir-thriller volutamente pessimistica e oscura, mostra tutte le contraddizioni dell’essere umano che necessita soprattutto in periodi di incertezza di una spinta propulsiva simbolica e spirituale necessaria per continuare a vivere dignitosamente.
Ne “Il Cavaliere Oscuro” Gotham City diventa a tutti gli effetti una metafora del nostro mondo e della nostra civiltà, che sull’orlo del baratro dovrà sempre avere un mito e un punto di riferimento certo per superare le sue maggiori avversità.

 

The Dark Knight Photo: The Joker | Joker dark knight, Dark knight, Batman  movie

Dark Knight music: Hans Zimmer & James Newton Howard's mysterious  partnership - Polygon

 

La tragedia nolaniana figlia dei migliori drammi della cultura classica, sceglie quindi la strada del sacrificio del vigilante mascherato, che impossibilitato a domare forze oscurantiste e irrazionali più potenti di lui, sacrifica la sua stessa simbologia di giustizia e imparzialità per dare una falsa linfa vitale al valoroso cittadino comune, che aveva lottato attraverso le vie della legalità la corruzione dilagante di una città forse non ancora pronta a smacchiarsi dei suoi più grandi peccati.
Una bugia quindi crudele e lancinante, ma necessaria per un bene superiore in cui l’etica e la giustizia dovranno prevalere sempre sulla brutalità della violenza e della corruzione.

 

 

Ancora una volta la paternità problematica ritorna come tema ricorrente questa volta non tanto per sottolineare la virtù di un padre, ma il dovere e il dolore che deve sopportare per salvaguardare sulla salute e sulla felicità di un figlio. 
Batman deve perciò macchiarsi di colpe ingiuste per coltivare una menzogna in grado che i suoi figli possano avere fiducia nelle istituzioni che li proteggono dal male, come Alfred deve mentire a Bruce Wayne sui reali sentimenti di Rachel per non demoralizzare ulteriormente l’anima tormentata di un Cavaliere Oscuro che ha deciso di dimettersi dal suo ruolo di protettore della città.
Bugie, inganni, sotterfugi e sacrifici per un obiettivo al di sopra di ogni cosa tipico anche di scenari postbellici a noi ormai noti e che Nolan ha egregiamente dipinto in un affresco antropologico che qui si compie nel suo massimo splendore, e che ovviamente avrà forti ripercussioni nel terzo ed ultimo capitolo della trilogia.

 

the-dark-knight-final-shot - The MacGuffin

 

Insomma, “The Dark Knight” si merita tutto il suo successo di critica e di pubblico per il suo sagace ingegno nel mescolare cinema d’intrattenimento con alte riflessioni sulla natura umana, prediligendo l’introspezione psicologica senza però dimenticarsi la spettacolarità del genere supereroistico, diventando quindi un cult e una fonte d’ispirazione per i cinecomics a venire e non solo.

Uno dei migliori cinefumetti mai creati che merita di stare nell’olimpo con altri grandi secondi capitoli supereroistici come Spider-Man 2X-Men 2Hellboy II The Golden ArmyGuardiani della Galassia vol. 2Batman Returns, che chiaramente dimostrano come certi autori dopo il loro primo capitolo “su commissione” siano poi riusciti ad avere una maggior libertà creativa per sprigionare tutta la loro visione cinematografica nel secondo capitolo.

 

Voto 9+

 

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Ultimi commenti

  1. Utente rimosso (bufera)
    di Utente rimosso (bufera)

    Superlativa analisi psicologica e filosofica dei vari personaggi Dopo averlo visto ero perseguitata dalla maschera del Joker di Heath Ledger .Bravo CineNihilst.

    1. CineNihilist
      di CineNihilist

      Grazie mille bufera per i bellissimi complimenti forse immeritati, ho fatto del mio meglio per omaggiare questo grandissimo film che forse meriterebbe una penna più eloquente e saggia nell'estrapolare pregi e difetti di un'opera che a me ha sempre entusiasmato molto, quindi nel mio giudizio sono del tutto "di parte"!

      Ti confesso che anch'io avevo paura dell'aspetto del Joker di Heath Ledger, si vede che nasconde tutta la sua follia psicologica in quel volto truccato davvero agghiacciante. Nel lontano 2008 ero ancora un bambino ed ero terrorizzato da qualsiasi cosa, poi però nel mio viaggio a Hong Kong, ho avuto il coraggio di prendere il pupazzetto presente all'epoca in regalo nelle confezioni dei cereali :D

      Ti ringrazio nuovamente per avermi accompagnato in questa mia rassegna nolaniana, e spero nella prossima metà del mio viaggio di sorprenderti ancora!
      Siamo già a metà strada e sono molto emozionato nel proseguire ancora con tutti voi.

      Un abbraccio e alla prossima recensione bufera ;)

  2. (spopola) 1726792
    di (spopola) 1726792

    Indubbiamente la punta di diamante della trilogia

    1. CineNihilist
      di CineNihilist

      E aggiungerei anche di Batman in generale trasporto al Cinema!!!

      Ma qui io sono di parte anche perché sono più giovane e so che molti delle generazioni passate (e non) adorano invece il pur bellissimo Batman Returns di Tim Burton ;)

      Alla prossima carissimo e attendo con impazienza il tuo contributo finale nel terzo capitolo ;D

  3. emil
    di emil

    Momenti spettacolari a bizzeffe ed H. LEDGER assoluto mattatore, per una delle prove più empatiche ed impressionanti di sempre.
    Ma al netto della prova di questo grande attore, il primo capitolo della trilogia per me rimane il migliore
    Bellissima recensione

    1. CineNihilist
      di CineNihilist

      Eh già puoi dirlo forte Emil, e contribuisce indirettamente anche lo spirito metafisico del nostro amato Michael Mann!

      Comunque non sei l'unico ad aver apprezzato più il primo che il secondo capitolo, e sono davvero curioso di sapere le motivazioni se vorrai ;)
      Il terzo come lo reputi invece?

      Comunque grazie mille come sempre per i complimenti e alla prossima recensione nolaniana ;)

  4. YellowBastard
    di YellowBastard

    Se in Batman Begins è soprattutto Batman (o più precisamente il suo mito) a prevalere ne Il cavaliere oscuro è invece decisamente Nolan (e la sua idea di cinema) ad avere la meglio, tanto che da fan del Crociato Incappucciato quasi gli preferisco il primo (anche se ammetto che il secondo, cinematograficamente parlando, gli è comunque superiore).
    Poi in realtà non è neppure un vero cinecomic ma più un crime/noir con personaggi estrapolati da un fumetto o una specie di versione di Heat con supereroi (la dipendenza, strutturale e tematica, con il film di Mann è veramente impressionante) tanto che i continui confronti con altre pellicole tratte dai fumetti secondo me è abbastanza fuorviante.

    1. CineNihilist
      di CineNihilist

      Splendido contributo YellowBastard, ci voleva proprio una voce fuori dal coro anche perché non sei l'unico nella "minoranza" ad aver apprezzato più il primo rispetto al secondo. E poi devi sapere che io faccio parte della "minoranza cinefila" che ha apprezzato il terzo capitolo quasi quanto "Il Cavaliere Oscuro".

      Già la rimozione del nome "Batman" nel capitolo centrale segnala da parte di Nolan una voglia nel rielaborare il concetto fumettistico del noto supereroe, però allo stesso tempo le sue contaminazioni noir/gangster alla "Heat" secondo me non distruggono assolutamente il mito di Batman che qui secondo me raggiunge la summa proprio perché è presente la notissima dualità col Joker.
      Lo scontro tra le due nemesi nel film di Nolan secondo me non è poi così distante dal fascino fumettistico nonostante alcune riletture del regista, anche perché si vede che riprende la filosofia di "The Killing Joke" per costruire il suo Joker cinematografico interpretato magistralmente da Heath Ledger.

      Comunque hai ragione sul fatto che sia un cinecomic atipico anche per oggettivi confronti cinematografici, però per me rientra comunque nel grande calderone dei cinecomics che hanno avuto dapprima una rilettura autoriale fino ai primi anni 2000, poi dopo ovviamente si sono evoluti nel fenomeno commerciale mainstream che tutt'ora regna sovrano al Cinema.

      Concludo rinnovando i miei ringraziamenti per il tuo doveroso intervento e alla prossima recensione nolaniana YellowBastard ;)

  5. DeathCross
    di DeathCross

    Finalmente, avendo rivisto stamane il Film (dopo diversi anni dall'ultima visione, mentre in passato lo guardavo più frequentemente), ho letto questa tua recensione e non posso non complimentarmi anch'io per il modo in cui hai analizzato l'Opera da un punto di vista assai interessante, a partire dall'abbandono del nome del supereroe nel titolo in favore del suo (perdona la ripetizione del termine) 'titolo' onorifico.
    Con questa mia revisione ho rielaborato alcune riflessioni sviluppate nel tempo: mi 'permetto' di proporle come commento alla tua recensione, anche se partono 'autonomamente'.

    «Capitolo centrale della trilogia nolaniana dedicata al celeberrimo giustiziere DC, "The Dark Knight" ha fin da subito riscosso un enorme successo (anche grazie alla tragica morte di Ledger) diventando negli anni uno dei Cinecomic più influenti nel Genere.
    Da ragazzino andavo pazzo per questo Film, spinto anche dalla mia (superficiale) identificazione con l'ideologia dichiaratamente anarcoide del Joker: con gli anni ho riconsiderato questo aspetto, non potendo non notare la stereotipizzazione dell'Anarchismo, a cui viene tolto ogni carattere sociale in favore di una visione ristrettamente 'caotico-centrica' (e nichilistoide) dell'Anarchia. Comunque, il Rapporto tra il Joker e Batman, ispirato al Capolavoro mooreiano "The Killing Joke", non si riduce ad un banale conflitto manicheo tra male (disordine anti-sistema) e bene (ordine pro-sistema), ma mette in luce le rispettive contraddizioni dei codici morali che sostengono entrambi i Personaggi scoprendone, più che le divergenze, le affinità, in quanto entrambi espressione di un SuperOmismo inconciliabile con la brama di controllo della società e di chi opera internamente ad essa. In questo senso, tanto il Joker quanto Batman potrebbero essere visti sia come Figure Anarchiche, uno esplicitamente antagonista all'ordine precostituito e l'altro favorevole ad aiutare spontaneamente le persone senza chiudersi nei limiti burocratici, sia come figure fascistoidi-randiani, il secondo perché si pone autoritariamente al di sopra delle leggi per "coprire" le falle del sistema e il primo perché altrettanto autoritariamente manipola le persone pur di provare e plasmare la propria visione del mondo.
    Per il resto, pur non ritenendo più "The Dark Knight" quel Capolavoro che pensavo fosse alle superiori, esso resta un Film fondamentale nell'evoluzione del Cinema supereroistico contemporaneo (soprattutto nella rappresentazione dei 'villain': il Joker di Phoenix, infatti, è sicuramente stato influenzato dalla straordinaria Interpretazione di Ledger), grazie ad una regia molto buona di Nolan, che nella sostanziale linearità narrativa non rinuncia ad alcuni montaggi paralleli, alle ottime interpretazioni del Cast, alla coinvolgente Colonna sonora di Hans Zimmer e alla buona (anche se non impeccabile) sceneggiatura dei Fratelli Nolan.
    Insomma, un Cult contemporaneo meritevole di studio. »

    1. CineNihilist
      di CineNihilist

      Grazie mille Death per il tuo apprezzamento e ho letto con particolare interesse le tue nuove riflessioni sul cult nolaniano, anche perché ero ancora rimasto alla tua "vecchia" recensione su "The Dark Knight".

      Dopo le nostre lunghe ed approfondite discussioni qui su filmtv, comprendo a pieno le tue critiche soprattutto sull'anarchismo "stereotipato" del Joker che però prende qui una piega "fumettistica" comunque invitante, stimolante e dirompente nel raccontare le contraddizioni della società di oggi.
      L'a-moralità, la follia "nichilistoide" nella sua lucidità e la vena anarcoide del Joker sicuramente "distruttiva nella sua creatività" codificate secondo me perfettamente nel capolavoro da te citato di Moore, secondo me nel film di Nolan vengono trasposte egregiamente con punte di ironia inaspettate da un regista solitamente "serioso" .
      Ed ecco che in "The Dark Knight" l'anima più "fascistoide" del Pipistrellone esce allo scoperto diventando l'altra faccia della medaglia "dell'outsider" in una società corrotta, accondiscendente e omologata.
      Due mine vaganti quindi, e come le hai definite te, due anime "anarchiche-fascistoidi-randiane" che si scontrano all'ultimo sangue per completarsi a vicenda nonostante le loro differenti visioni del mondo.
      Ed è proprio da questa dualità che "il Cavaliere Oscuro" si eleva dalla matassa degli altri cinecomics insieme ad altri pochi eletti, perché pur nei limiti di una produzione mainstream riesce a porre al grande pubblico dilemmi esistenziali e riflessioni sociopolitiche non indifferenti, tant'è che lo stesso "worldbuilding nolaniano-batmaniano" non è altro che uno specchio della nostra opulenta, decadente, opprimente e moderna società occidentale ora in bilico tra precariato economico e smanie di onnipotenza geopolitica.
      Basta una goccia per far traboccare il vaso di pandora, e direi che Nolan ha centrato perfettamente il punto nonostante la pressione "capitalistica" degli studios.

      Nonostante non sia così "politicizzato" con la maggioranza dei cinecomics forse per la mia "affezione infantile" di adolescenza memoria, credo che la trilogia nolaniana insieme alla saga degli X-men siano oltre che dei grandi prodotti d'intrattenimento, anche ottime pellicole che riflettono intelligentemente sulla realtà sociopolitica del nostro tempo.

      Da "nichilistoide" la visione del Joker mi ha sempre affascinato nelle sue contraddizioni proprio come è successo a Moore, infatti credo che sia il miglior villain uscito dai fumetti "supereroistici" insieme a Magneto, idem per le loro controparti cinematografiche. Direi che pochi altri "cattivi" possano arrivare ad una tale profondità, soprattutto quelli più recenti che rasentano veramente lo stereotipo se non il "ridicolo".
      Forse l'unico "degno" degli ultimi tempi è "Ego" di "Guardiani della Galassia vol.2", anche perché intriso da una crisi esistenziale "nichilista" che ho apprezzato non poco, dove il rapporto padre-figlio da un ulteriore apporto a questa sua caratteristica "tridimensionale".

      Visto che hai citato il "Joker di Phoenix", cosa ne pensi del film e della sua contestualizzazione "sociale" e "politica" odierna?
      Io ci ho scritto sopra una recensione tempo fa su filmtv e devo dire che l'ho trovato molto interessante sempre nei suoi "limiti" produttivi.

    2. DeathCross
      di DeathCross

      Bene o male non ho altro da aggiungere sul Film, se non forse rimarcare come il concentrarsi sul Rapporto 'simbiotico' (comunque molto presente nei fumetti, da quel poco che conosco e ancor meno ho letto di essi) tra Batman e Joker sia sostanzialmente il punto di forza di "The Dark Knight".

      Riguardo all'ultimissimo "Joker", l'ho visto due volte al cinema (sempre in inglese) e ho apprezzato, oltre all'ottima costruzione sonoro-visiva e all'interpretazione di Phoenix, anche gli spunti politici. Però già alla seconda visione e in seguito a diverse mie riflessioni maturate nel tempo mi ha dato, il film, l'impressione di un qualcosa di furbo e per certi versi anche 'cerchiobottista', nel senso che strizza l'occhio al pubblico più 'intellettuale' ma anche a chi ama i cinecomic, sembra criticare il sistema e simpatizzare per le idee del Protagonista ma senza però spingersi davvero esplicitamente su lidi radicali. Un film comunque molto buono, che intendo rivedere una terza volta, ma che credo sia stato troppo 'pompato' da pubblico e critica. E infatti son stato contento nel vederlo 'sconfitto' agli oscar da 'Parasite'.

    3. CineNihilist
      di CineNihilist

      La penso esattamente anch'io come te sul nuovo Joker, sinceramente non mi aspettavo tutto questo successo miliardario ma ben venga alla fine, è un prodotto che pur nei suoi limiti "mainstream" riesce un minimo a smuovere le coscienze del pubblico spesso troppo assuefatto dalla stessa minestra riscaldata MCU/DC.
      Sicuramente il connubio festival d'essai-cinecomic è riuscito a portare in sala le fasce più scettiche del pubblico generalista.
      Anch'io confesso che ho goduto nella sua sconfitta agli Oscar contro "Parasite", però c'è da dire che il regista Bong Joon-ho nella sua premiazione ha ringraziato e omaggiato tutti i registi presenti.
      Insomma, alla fine tutti hanno vinto anche grazie alla personalità candida e altruista del regista sudcoreano.

    4. DeathCross
      di DeathCross

      È anche vero che ringraziare gli altri registi candidati è una questione anche di 'buongusto': mandarli a cagare non avrebbe avuto molto senso! :D Però, se non ricordo male, (Bong) aveva elogiato ampiamente Scorsese durante la premiazione.

      Riguardo a "Joker" (piccola inversione nella mia risposta), anche a me non dispiace il fatto che abbia lanciato degli stimoli di un certo tipo ad un pubblico solitamente abituato ad altro, però comunque mi pare troppo furbo per poterlo 'adorare' completamente.

    5. CineNihilist
      di CineNihilist

      È vero è anche buongusto, ma di solito quando gli altri vincono non elogiano i loro concorrenti ma ringraziano soltanto i loro “amici” e facendo un monologo autocentrato spesso per ingraziarsi al massimo l’academy ;)
      Sì, ha elogiato Scorsese ampiamente snobbato in quella premiazione, anche perché è stato un suo “maestro”.

      Sì anch’io non lo adoro “Joker” per i tuoi stessi motivi, però penso che molti giovani e neofiti possano un giorno partire proprio da questo film per scoprire altri tipi di Cinema più autoriali e “raffinati” ;)

    6. DeathCross
      di DeathCross

      In effetti solitamente agli oscar credo si punti più a ringraziare le persone direttamente care che non quelle co-candidate (e sconfitte).
      Non c'entra quasi niente però invece mi pare che la politica sia espressamente vietata durante la serata degli oscar: mi pare di aver visto/letto un'intervista (non ricordo di chi, ma mi pare italiano) in cui si diceva che, mentre stava per tirare in ballo un argomento 'controverso', è scattata una sorta di 'censura' (credo uno spegnimento del microfono) per passare alla premiazione successiva. Dovrei controllare, perché mi 'divertiva' come aneddoto.

      Su "Joker", anch'io ho la tua speranza, per certi versi analoga a quella per Film come "V for Vendetta": se un pubblico di amanti dei cinecomic dovesse scoprire "King of Comedy" (re per una notte) o "Taxi Driver" di Scorsese grazie a "Joker" non potrei essere scontento, anche se poi le dichiarazioni 'anti-cinecomic' (e anti-visione film su smartphone) dell'Autore italo-americano potrebbero averlo reso piuttosto inviso a questa fetta di popolazione.

    7. CineNihilist
      di CineNihilist

      Sì, solitamente si fa il classico discorso retorico sulla famiglia e sugli amici nell'industria, per questo ho apprezzato tantissimo il discorso di Bong "anticonformista". Insomma dai, non sono tutti lì a fare buon viso a cattivo gioco.

      Sulla questione politica degli Oscar potrebbe essere vero ciò che dici, anche se Spike Lee e altri esponenti "liberal" si sono sempre scagliati contro il trumpisimo e il razzismo dilagante, anche se alla fine il tutto diventa inutile e spesso inutilmente polemico perché diventa mera propaganda "democratica".
      Una voce veramente antisistema verrebbe o pilotata o comunque "censurata" essendo questi "paladini del popolo" in realtà spesso ricconi che guardano tutto e tutti dall'alto in basso facendo una serie di azioni filantropiche spesso funzionali a migliorare la loro immagine e non a cambiare radicalmente il sistema corrotto in cui vivono e viviamo.
      Per questo bisogna osservarli con sguardo critico e "analitico" senza abbandonarsi a facili sentimentalismi, cogliendo dunque la profondità degli eventi e delle azioni in queste premiazioni "festose" per tracciare e riflettere su un percorso storico e politico che poi condizionerà l'intera collettività dell'industria cinematografica statunitense.
      Sicuramente ci sono persone fuori dal coro e veramente convinte di ciò che dicono, ma alla fine finiscono per accondiscendere a coloro che gli danno il pane (integrale con tanto di fette di prosciutto) e all'american way of life.
      Oppure semplicemente non partecipano agli Oscar come Carpenter e Woody Allen.

      La penso proprio come te sull'onda antisistema magari "scorsesiana" dopo la visione di" Joker", ma credo che le dichiarazioni di Scorsese abbiano infastidito parecchie comfort zone della massa tanto da inimicarsela sino ai "piani alti" di Hollywood (snobbatissimo infatti il suo "nostalgico" "The Irishman" nelle premiazioni più mainstream).
      Comunque sono sicuro che qualcuno si sia smosso con "Joker" vedendo alcuni video su YouTube e questo non fa che un gran bene alla società che finalmente si può mettersi un minimo in discussione.
      Allo stesso tempo però, l'ondata antisistema con "Occupy Wall Street" e gli "Anonymous" dopo il film "V per Vendetta" credo che sia stata più unica che rara, e sono quasi sicuro che non si ripeterà più perché ormai la Settima Arte non mobilita più le masse ma solo il singolo, anche perché ormai ha perso il suo enorme potere immaginifico e di persuasione.
      Il web ormai la fa da padrone e i servizi streaming si incaricheranno di forgiare le nuove generazioni con magari qualche pizzico antisistema: auguri, tutti teleguidati da un algoritmo...distopia matrixiana stiamo arrivando ;D

    8. DeathCross
      di DeathCross

      In sostanza non ho altro da aggiungere a quel che dici, che in grandissima parte condivido, anche se spero e penso possano esserci ancora film che smuovano non solo singoli ma anche grossi gruppi. 'Parasite', in questo senso, potrebbe instillare certi spunti critici ad un pubblico più vasto del solito, anche se bisogna vedere se la sua notorietà rimarrà salda e se verranno colti gli aspetti più 'anti-sistemici' della Pellicola di Bong.

    9. CineNihilist
      di CineNihilist

      Parasite ha parecchio smosso sul web con numerosi video americani anche per i suoi alti incassi negli USA, speriamo che la new wave coreana resti salda dopo questa vittoria agli Oscar, anche se la pandemia secondo me ha parecchio “demolito” l’eco del successo di Parasite. Speriamo che i cinefili più “aperti” tramandino e conservino la memoria a lungo termine, ma il pubblico generalista avendo la memoria breve, dovrà essere di nuovo persuaso e dunque invogliato a ritornare in sala prima che lo streaming diventi l’unico modo per fruire di un prodotto audiovisivo.

    10. DeathCross
      di DeathCross

      Lo streaming purtroppo temo s'imporrà sempre più invasivamente come mezzo di fruizione filmica.

    11. CineNihilist
      di CineNihilist

      Eh già, ne vedremo delle belle nei prossimi anni...

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