Regia di Emmanuel Mouret vedi scheda film
L’eterno problema del rapporto fra sesso e amore – nell’ambito della cultura francese minutamente analizzato nel corso del settecento – è ancora una volta indagato in questo film che pone domande senza dare risposte.
L'attrazione sessuale, che è, secondo la scienza, un fatto chimico – ormonale può essere “governata” dalla nostra razionalità, oppure le emozioni che certi incontri “fatali” suscitano in noi sono incoercibili e finiranno per prevalere?
Che cosa impedirebbe a Emilie (Julie Galet) di concedere a Gabriel (Michaël Cohen) un bacio, se non la sua consapevolezza, frutto dell' esperienza, che alle emozioni è necessario opporre l’argine della solidarietà affettuosa per l'indifeso Nicholas (Emmanuel Mouret), il marito meno desiderabile - forse - dell’uomo da poco incontrato?
Il gioco delle coppie, che aveva messo in crisi il matrimonio fra Judit (Virginie Ledoyen), innamorata di Nicholas, ed Eric (Stefano Accorsi), si ripropone, rovesciato, nel consapevole rifiuto di Emilie: all’artificio un po’ ipocrita dei due vecchi compagni di liceo, corrisponde l’artificio del tutto razionale e motivato di Emilie.
Che di artificio si tratti ce lo dicono le immagini della sequenza finale del film: il bacio tanto atteso, era davvero la premessa del loro distacco definitivo senza tentennamenti successivi?
Il loro incontro fortuito a Nantes era davvero stata una bella avventura, emozionante ma definitivamente conclusa?
Chi può sapere?
Lo stato di equilibrio, faticosamente raggiunto, era stato messo in discussione da un passaggio in auto, da una cena divertente, da una sosta prolungata davanti a un bicchiere di ottimo vino...
Il film non propone verità definitive, evidenzia, semmai, le contraddizioni sempre presenti nelle relazioni umane che possono diventare molto intime e profonde pur senza la nostra volontà: affinità insospettabili emergono, e hanno a che vedere con l’intuito, più che con la ragione, col cuore più che con gli impulsi del desiderio.
Per dirla con Pascal, con “l’esprit de finesse” più che con “l’esprit de geometrie” che vorrebbe tutto spiegare e chiarire.
Visto in questo modo, il film diventa convincente, nonostante l'eccesso di verbosità e di sottigliezze controversistiche cui non sempre corrisponde la traduzione in immagine: spettatori e critici le hanno colte, pur riconoscendo a tutti gli attori, e soprattutto alle attrici, grandi qualità di partecipazione emotiva ai loro personaggi.
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