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Uno bianca

Regia di Michele Soavi vedi scheda film

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La recensione su Uno bianca

di mm40
4 stelle

Nell'estate del 1987 una banda di delinquenti - rapinatori e assassini - comincia a gettare nel panico la Romagna e la vicina Emilia. La polizia è impotente di fronte a una simile escalation di violenza e spregiudicatezza; passano i mesi e gli anni, e l'unico elemento cui la gang è riconducibile con certezza è la Uno bianca su cui si sposta.

 

La storia è grandiosa, per un film o una fiction televisiva, come in questo caso: romanzarla un po' meno forse avrebbe reso maggior giustizia alle vittime della banda della Uno bianca, garantendo comunque un tasso di spettacolarità altrettanto elevato. Perchè le 'imprese' della gang capitanata dai fratelli Savi (qui arbitrariamente ridenominati fratelli Ferramonti) hanno rappresentato un unicum nella storia della delinquenza in Italia dai tempi del brigantaggio: mai si erano viste azioni criminali tanto spavalde e inutilmente cruente nell'era repubblicana. E soprattutto mai si era verificato un simile episodio di sanguinolenta insubordinazione all'interno delle forze dell'ordine. Colpisce quindi la decisione degli sceneggiatori Luigi Montefiori, Stefano Rulli, Gabriele Romagnoli e Michele Soavi, il regista, di modificare la realtà quel tanto che basta per salvaguardare le identità dei reali protagonisti e lasciare intatto tutto il resto, a partire naturalmente dalla vettura che servì a identificare la banda; tutto questo pur partendo dal romanzo Baglioni e Costanza (i veri nomi dei due poliziotti che condussero le indagini) di Marco Melega. Bene il cast: Kim Rossi Stuart, Dino Abbrescia, Claudio Botosso, Dario D'Ambrosi, Massimo De Rossi, Valeria Milillo; per la colonna sonora spunta il nome del popolare cantautore Gianni Bella, al suo esordio in questo tipo di lavori, che in quello stesso 2001 comporrà anche le musiche per Il testimone, altra fiction di Soavi. Due puntate, circa duecento minuti: tantino, o per lo meno potevano essere impiegati meglio, affinando un po' di più la psicologia dei personaggi e rendendo più uniforme il ritmo altalenante della narrazione. Ma si tratta pur sempre di un prodotto destinato al pubblico casalingo, e in quanto tale è realizzato a buonissimi livelli. 4/10.

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