Regia di Steve Buscemi vedi scheda film
Il vuoto esistenziale dei nostri tempi, la finzione applicata ai sentimenti, il dolore sempre più mediatico e ricercato. Questo film fa paura, mentre i dialoghi tra il giornalista alcolizzato e la star del cinema complessata vanno avanti, capisci che non c'è possibilità di salvezza. Lo stesso contatto fisico tra i due è finto, addirittura provocato solo per ottenere una intervista favorevole. L'impianto del film è teatrale, bergmaniano solo nella forma, i faccia a faccia hanno perso ogni traccia di esitenzialismo, l'ironia diventa sarcasmo feroce, la violenza diventa finta comprensione del dolore altrui. L'altro esiste solo come soggetto da sfruttare, la prostituzione è intellettuale, la droga è l'alcool possono facilitare le cose, si può concedere un ballo e un bacio ad uno sconosciuto per fluidificare i rapporti ma non certo per dirgli la verità. Tutto è diventato fiction, aldilà dell'avere o meno uno scheletro nell'armadio non c'è scampo.
VOTO 6,5/7
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