Regia di Anna Negri vedi scheda film
Lui ,lei il pupo e l'altra .Ma stavolta è tutto a favore di camera.Vado controcorrente ma questo film mi è piaciuto,anche se è ben lontano dall'essere perfetto.Una storia di precariato sia professionale che affettivo complicata dall'effetto film nel film.Infatti ci sono due cameramen i quali stanno realizzando un documentario,che seguono lui e lei nei vari percorsi,negli stravasi ormonali,nelle serate separate,nelle crisi che li avvolgono ogni giorno.E lo spettatore condivide il punto di vista dei due cameramen che stanno girando una montagna di materiale in tempo reale sui lati nascosti della vita di un attore.Ma scoppia la bomba.Lui decide di lasciare di punto in bianco lei e il pupo.E trova subito come consolarsi.Lei si consola con le amiche che sono una sorta di ricettacolo delle sue isterie dettate dagli eccessi di bile,ha un lavoro appeso a un filo e una vita ancora peggio.Lui soffre della sindrome dell'ammanettato.Quando sta da solo l'eccesso di libertà si fa noia.Quando sta con qualcuna l'eccessiva vicinanza si fa prigionia.Il classico maschio farfallone dei nostri anni,incapace di assumersi una responsabilità che è una .Detta così la storia è banale,è volutamente banale.Ma l'escamotage del documentario da al film quell'aspetto da mockumentary che attira e regala un inedito punto di vista.E'l'interazione stessa dell'attore con chi manovra la telecamera in alcuni momenti chiave che si fa asse portante della narrazione.E sono i momenti migliori del film ,hanno quell'effetto straniante che intriga.Non convince invece la fine della storia riguardante lei( un po'scontata) e certi snodi narrativi forse troppo scritti,troppo elaborati per far parte del genere(vedi gli approcci negati a un altro uomo,o la morte della vicina,suicida, con cui aveva solidarizzato dopo che anche lei era stata lasciata dal suo uomo,oppure l'incontro ad alta gradazione erotica tra Foschi e la Lodovini con la telecamera che non riesce ad abbassare lo sguardo in un aperta critica alla cosiddettà tv-verità).Gli attori,fondamentali in un film come questo che è totalmente affidato ai dialoghi sono una bella sorpresa:la Rohrwacher con i suoi strani lineamenti che hanno un po'il sapore di una bellezza di altri tempi,ha una facilità incredibile nell'andare sopra le righe in modo anche convincente,Foschi è attore di indiscutibile presenza scenica,la Lodovini bellezza verace non la scopriamo oggi.Il film è un oggetto abbastanza anomalo nella nostra cinematografia ma mi ha convinto sia per il coraggio mostrato sia perchè mi sono francamente divertito a vedere le vicessitudini di questo strano triangolo a favore di camera.Perchè se si voleva parlare della faccia nascosta della vita dell'attore,precario come qualsiasi altro lavoratore,poi si finisce a parlare della precarietà della famiglia,dei sentimenti,della vita in genere.Forse anche troppa carne al fuoco,ma è uno spaccato credibile dell'inquietudine e della superficialità che attanaglia nella sua presa mortale la società odierna.E nel finale gli occhi di lui ci fanno intuire che non si tratta di un lieto fine come si vorrebbe far intendere....
ok
breve apparizione
insomma
non proprio simpatica
decente
simpatico
ok
bellezza verace e sa anche recitare
indiscutibile presenza scenica
una bella conferma.Ottima attrice
un idea coraggiosa e una resa seppur non perfetta positiva
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