Regia di Francesco Ranieri Martinotti vedi scheda film
Giulio (Alessandro Siani), trentenne e napoletano, lavora presso la Tecnocasa, un’agenzia immobiliare che nella migliore tradizione del product placement, nel press-book del film, tiene a precisare che: “l’obiettivo è stato indirizzarsi verso un target giovane che può essere interessato all’attività immobiliare sia come cliente, sia come potenziale risorsa umana”. Ad una rimpatriata di vecchi compagni di scuola, Giulio incontra Ilaria (Elisabetta Canalis), la sorella di un suo amico che non vedeva da parecchi anni. Scatta subito il colpo di fulmine. Giulio cercherà in ogni modo di conquistare l’amore (e non solo) della ragazza. La seconda volta non si scorda mai vorrebbe essere una commedia leggeraleggera, tutta giocata sulla comicità sospesa e a tratti surreale di Siani ma che in realtà è un’operazione di riciclaggio di scenette comiche già viste e sentite in tutte le loro possibili varianti e che dimostrano una vacuità intellettuale, comica e cinematografica da lasciare attoniti. Anche il ritmo, attoriale quanto filmico, che dovrebbe essere una delle componenti principali di una commedia langue in maniera drastica, il film si accontenta di accatastare situazioni che dovrebbe far ridere ma che lasciano lo spettatore in uno stato di imbambolato spaesamento, incredulo nei confronti di quanto sta vedendo, incapace di razionalizzare una sceneggiatura e una messinscena svogliate quanto stanche ed inutili. Il film è poi oltraggioso nella sua totale mancanza di idee (registiche, di recitazione) e ha l’arroganza di credere che la presenza ininterrotta di Siani, quella saltuaria della Canalis (che anche nelle poche e tristi scene al letto rimane sempre in reggiseno), più quella di alcuni volti televisivi che irrompono come impazziti sullo schermo (insopportabili le smorfie di Paolo Ruffini) siano sufficienti per la confezione di un prodotto cinematografico. Qui non si può neanche più parlare di cinema di genere o di cinema commerciale. In questa operazione il cinema è completamente assente. Si pensi alle formule alchemiche, in cui ci cercava di trasformare qualcosa di vile in qualcosa di prezioso. In questo film si è riusciti a trasformare il Nulla in immagini. Se poi le immagini diventeranno anche denaro allora l’alchimia sarà perfetta.
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