Regia di Luc Jacquet vedi scheda film
A due anni di distanza da La marcia dei pinguini, una vera e propria marcia da Oscar, il regista francese Luc Jacquet rispolvera Il piccolo principe, affonda la sua macchina da presa tra le fitte fronde del Parco Naturale d’Abruzzo e ci regala una favola dal sapore - purtroppo - squisitamente disneyano. La volpe e la bambina prende a prestito il ventunesimo capitolo dell’incantevole libro di Antoine de Saint-Exupéry. D’un tratto appare la volpe, e il suo incontro con la “piccola principessa” protagonista diventa storia esemplare. Sull’amicizia tra l’uomo e l’animale, sul limite sottile che separa amore e possessione. Dispiace non poter parlare di capolavoro, perché gli occhi di chi lo guarda sprofondano letteralmente nei boschi, nelle grotte, tra i fili d’erba, andando a scoprire un concentrato di vita animale e vegetale che richiede contemplazione. Respiri, battiti, fruscii. Una sorprendente esperienza percettiva. Dispiace, ma un capolavoro non è. Racconto in voce over, come per i pinguini. Ed è qui che cominciano i guai. Ambra Angiolini è meglio di Fiorello, ma poco ci voleva. Le parole invece no. Quelle scelte sono sdolcinate, ridondanti, pedanti, inutili. Davvero un gran peccato.
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