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Shooting Silvio

Regia di Berardo Carboni vedi scheda film

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La recensione su Shooting Silvio

di toni70
4 stelle

Voto: 5 - Capisco tanto affanno da parte di alcuni esponenti del pdl a rinnegare questo film il cui soggetto prende di mira il loro (e nostro?) presidente. Ma se qualcuno di loro capisse veramente di cosa si tratta forse non darebbero così tanta importanza ad una pellicola la cui diffusione è rimasta e rimarrà alquanto esigua. Il protagonista del film, un giovane romano di buona famiglia, non trova nessun miglior mezzo per passare alla storia se non decidere di uccidere Berlusconi, in quanto massima espressione del nostro individualismo e causa di tutti i mali. Ammesso e non concesso che questa tesi sia condivisibile (non diamo a Berlusconi più meriti di quanto sia doveroso fare, e pure Travaglio ci mette del suo parlando di deicidio) la sua rappresentazione parte da un idea non troppo originale e comunque mal sviluppata. Cinema sperimentale? Neppure troppo direi; più che altro esercizi di stile mal contestualizzati, anche se estrapolati potrebbero sembrare carini, ma comunque una serie di espedieti stilistici che rimangono un po' fini a se stessi. Questo film parte da una sceneggiatura alquanto scialba, in cui non si capisce se il male del protagonista sia dovuto a Berlusconi o al suo gozzovigliare inerte tra i suoi dintorni, appoggiato su una fortuna che il destino gli ha lasciato in mano. Un film che non racconta nulla, se non il male sociale diffuso di alcuni ricchi giovani perditempo, ma alla fine neanche questo riesce a fare. E pensate che un amico del protagonista lo dice pure; non scrivere il libro, fai il suo gioco. E allora ecco che il regista ci propone un film che vorrebbe attaccare il presidente ma non ci riesce per nulla, perchè cade nello storico (ma non ancora compreso) errore di molti politici (e non) che pensano che attaccare Berlusconi porti a qualcosa. Non puo' portare a nulla, anche perchè il suo stesso accusatore non sa bene neppure di cosa accusarlo. U film molto poco sostanzioso, che cerca di coprire i suoi vuoti con qualche marchingegno registico ma senza lasciare nessuna traccia; non vorrei che abbia avuto la pretesa di fare il verso a Spike Lee ed Edward Norton in un parallelismo invettivo verso la propria città che priprio non è incisivo.

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