Regia di Berardo Carboni vedi scheda film
La risposta giovane e creativa a "Il Caimano". Un film sull'antiberlusconismo, che, però, non è inteso come un qualunquistico fenomeno di massa, né ha alcunché di partitico, politico, e neppure di ideologico. Il protagonista Kurtz, uno scrittore poco meno che trentenne, lo concepisce invece come un modo di essere profondo ed inquieto, che si oppone ad un certo modo "mediatico" di apparire. Originalissima la sceneggiatura, che si avvale di tecniche da cartoonist, negli inserti con animazioni fumettistiche e caricaturali, ma anche per giocare con le inquadrature, in un melange di colori e bianco e nero e di sequenze sovrapposte fuori sincrono. Un collage cinematografico che segna una continua oscillazione tra realtà ed immaginazione, tra documentario e fiction, e tra i due estremi dell'io: da un lato, l'individualismo sfrenato, dall'altro la perdita dell'identità personale; da un lato, il fanatismo progettuale, dall'altro il più nero nichilismo. Non mancano riferimenti allo sdoppiamento della personalità, ed in molte scene compaiono volti di cartapesta, a simboleggiare l'interscambiabilità dei ruoli, nel momento in cui sono le categorie umane universali ad essere chiamate in causa. Anche vittima e carnefice si scopriranno, alla fine, accomunati dalla capacità di vedere e pensare "oltre". Ecco le parole che l'autore mette in bocca all'uomo politico che, sotto la minaccia di una pistola, è stato costretto ad indossare la maschera del suo possibile assassino: "Ma la vita non è razionale. Bisogna avere grandi sogni per fare grandi cose. La Terra, senza sogni, non girerebbe, sarebbe ferma. Io sono un guascone, un sognatore." Un film indipendente, autofinanziato tramite la realizzazione di eventi e di un sito internet. Il riversamento su pellicola è stato sovvenzionato dalla Regione Abruzzo. Un piccolo gioiello da scoprire.
La cronaca di un lucido sbandamento individuale, macerato nella frustrazione intellettuale, che degenera in un'ossessione, solo per caso potenzialmente omicida. Un film in cui l'azione è poca, ed è la parola a fare quasi tutto, con un risultato artistico di notevole spessore. Simpaticamente geniali i dialoghi del protagonista con animali ed oggetti (il pesce rosso, la maschera di Bruno Pizzul) e splendidi i suoi monologhi interiori, che egli chiama "diari mentali", pieni di poesia e di riflessione esistenziale, piacevolmente striata di ironia: "Attorno alla Terra la luna s'avvita/ non moriam di morte noi/ di capogiro perdiamo questa vita." "Tutto ti piove addosso, e per quanto tu possa cercare di schivare, è il destino che decide dove sei bagnato."
Emana una profondità ed una solidità che davvero colpiscono. La sua interpretazione è pulita, senza sbavature né cedimenti, perfettamente mantenuta dall'inizio alla fine. Una voce dalla passionalità teatrale in un volto tagliato per la macchina da presa.
Il regista, in un'intervista inclusa nel DVD, definisce la sua opera "surrealista pop", e la presenta come un "film di protesta" contro il modo "provinciale" di fare cinema italiano, oltre che contro un certo sistema di valori, ormai diventato maggioritario nella società. Contemporaneamente, questa pellicola vuole essere un "film di speranza", una sorta di "fiore sotto la neve", in cui si intravedono, nella condanna della violenza e nel recupero della dimensione "minimalista" ed "intimista", i germogli di una possibile rinascita. Carboni ci regala davvero la concreta promessa di una svolta di intelligenza e di coraggio.
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