Regia di Rodrigo Plá vedi scheda film
Complice una notte di temporale tre ragazzi di strada penetrano nel complesso residenziale denominato La zona, l’obiettivo è quello di rapinare i benestanti membri della piccola comunità ma qualcosa va storto e ci scappa il morto (in realtà più di uno).
Il più giovane dei tre ladri tenta la fuga ma braccato dalle guardie di sorveglianza non riesce più a varcare quel limite (culturale e sociale) che per lui significa la salvezza, perché La zona in realtà funziona come un piccolo stato indipendente, con le sue leggi e i suoi giudici, un gruppo ristretto di residenti decisi farsi giustizia da soli.
Convincente opera prima per il giovane Rodrigo Pla, La zona è un film duro che affronta in modo diretto problematiche sempre attuali e mai scontate, la paura del diverso (l’intruso, l’invasore), il bisogno impellente di sicurezza (il muro), la necessità di imporre il controllo (le telecamere), tutti argomenti scottanti e potenzialmente ad alto rischio.
La prima parte del film è ottima, il regista mette in scena il confronto fra due realtà opposte (la povertà delle baraccopoli e il benessere della ricca borghesia) e lo fa con l’occhio dell’osservatore, imparziale ma attento, il microcosmo della Zona è un universo credibile è ben descritto nelle sue chiuse dinamiche, un paradiso terrestre pagato profumatamente dove l’illusione del bene e del giusto regna sovrana.
In realtà i veri mostri sono quelli con le macchine di lusso, il villino immacolato e il fucile sotto al cuscino, un branco di sciacalli pronti a mentire, ad occultare cadaveri ed infine ad uccidere pur di mantenere vivo il loro mondo di cartapesta, un surrogato di realtà fondato sull’ipocrisia e la menzogna.
Nella seconda parte il punto di vista del regista prende il sopravvento, narrativamente il film rimane ben dosato, serrato e ricco di momenti di tensione, ma di contro non mancano eccessi sicuramente evitabili, un insistenza espositiva di concetti e situazioni che forse si dovevano dosare in modo più equilibrato.
La zona rimane comunque un esordio da non perdere, un film giustamente premiato in diversi festival cinematografici ma che supera il confine elitario di opere di questo tipo per arrivare al cuore (e si spera alla mente) di tutti, in modo diretto e senza sconti.
Bello il tema musicale di Fernando Velasquez che ricorda vagamente quello di Ezio Bosso per Io non ho paura (citato in almeno una sequenza).
Voto: 7.5
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