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Killer Crocodile

Regia di Fabrizio De Angelis vedi scheda film

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La recensione su Killer Crocodile

di scapigliato
8 stelle

Very low budget: e si potrebbe pensare ad un film di cartapesta. Invece, questo beast-horror firmato da Fabrizio De Angelis con lo pseudonimo di Larry Ludman è superiore perfino a quel “Il Fiume del Grande Caimano” che a parte essere il primo monster-movie con un coccodrillo assassino non ha le stesse carte in regola di “Killer Crocodile”. Chi lo vedrà per la prima volta riderà di gusto seguendo la storia e tutto il resto, perché abituato al cinema in digitale, alla grande produzione “spiegazionista” che tutto fa quadrare e tornare. Invece “Killer Crocodile” è un divertimento prezioso. La storia è la solita: un mostro che minaccia degli uomini tra cui chi non vuole gridare “al lupo!”, causando il massacro. Ma il bello del film è la potenza visiva con cui il regista riesce a modulare la narrazione. Non solo il grosso coccodrillo assassino, da tanti rimproverato di essere solo un barcone di plastica, è inquietante come solo quello del futuro “Alligator”, ma è creato dal mitico Giannetto De Rossi, celebre per lo “Zombi 2” e “L’Aldilà” entrambi di Fulci, o più recentemente per il granguignolesco “Haute Tension”. La paternità di De Rossi è importante, perché capiamo le radici della produzione che, sì forse voleva cavalcare l’onda del monster-movie erpetofobico, ma voleva sicuramente lavorare alla vecchia maniera. Il risultato finale è che il coccodrillo assassino, proprio perché lontano anni luce dal perfezionismo delle grandi produzioni o dal moderno digitale, ha una sua mostruosità palpabile, viva e sanguigna. Ma tutto il film sa penetrare lo sguardo popolare del racconto di paura proprio attraverso ad un dosaggio perfetto della minaccia rettile, e grazie alle intuizioni stilizzanti che rendono personaggi ed ambienti degni del miglior fumetto “animato”. Ci sono scene davvero belle, che schiacciano l’accelleratore anche sul cattivo gusto, come l’attacco del coccodrillo al pontile, con quel tipo che viene tirato in acqua per le gambe passando proprio dal pontile stesso. Oppure l’immersione-combattimento del vecchio cacciatore mentre cerca di uccidere il mostro. E poi il massacro degli indigeni, le scene di follia di massa, le silenziose attese pregnate di paure ataviche. “Killer Crocodile” va visto e conservato gelosamente.

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