Regia di Esmeralda Calabria, Andrea D'Ambrosio vedi scheda film
Un documentario con un fortissimo impatto di impegno civile. Peggio di un horror nella sua rappresentazione di una realtà quotidiana fatta di abbandono e menefreghismo da parte di una classe dirigente incapace e irresponsabile. Lo credo che la gente da quelle parti non si fida più di nessuno. E se qualcuno non credesse alle parole dei contadini e dei pastori che raccontano gli anni terribili in cui hanno vissuto in quella Cernobyl italiana, basta guardare le immagini devastanti, quei paesaggi di pneumatici bruciati e gli immensi pantani di percolato, quel mucchio di rifiuti tossici abbandonato proprio in mezzo alla strada sotto un cavalcavia, le pesche coperte di uno strato di polvere che non le fa crescere, e poi la fine straziante di quei greggi di pecore che non si reggono in piedi, e quell’agnellino rachitico e barcollante. Come dice la canzone dopo il verso “Napule è ‘na carta sporca”? “… e nisciuno se ne importa” (cit.).
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