Regia di Anton Corbijn vedi scheda film
Un realismo freddo e disadorno, come la provincia industriale inglese, fa da sfondo ad un ritratto enigmatico, che tiene viva l'attenzione dello spettatore, impegnandolo costantemente a interrogarsi, chiedersi cosa mai passi per la mente del giovane Ian Curtis: un ragazzo dallo sguardo assente, che attraversa come un'ombra la sua esistenza apparentemente normale, precocemente realizzatasi sui piani affettivo e professionale. Egli è minato da un'arcana stravaganza, un misterioso baco che mano a mano si fa strada attraverso il corpo e l'anima, creando un vortice che lo risucchia dentro, rendendolo incapace di esprimere il proprio amore e di decidere consapevolmente della propria vita.
"Control" è un film che parla di musica, di successo e di spettacolo con una sobrietà quasi spudorata; e però subito si fa amare, per il modo in cui ci consente di entrare nella vita quotidiana del protagonista, che è, poi, in fondo, solo il vuoto backstage dei suoi concerti.
Perfetta teen-ager ingenua, perfetta sposina innamorata, perfetta madre preoccupata, perfetta moglie sofferente.
Un'interpretazione fresca e penetrante, che davvero incanta.
Una regia volutamente acerba, come il giovane protagonista, e gradevolmente priva dei compiacimenti estetici da film d'autore.
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