Espandi menu
cerca
Control

Regia di Anton Corbijn vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Andreotti_Ciro

Andreotti_Ciro

Iscritto dal 23 aprile 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 9
  • Post -
  • Recensioni 406
  • Playlist -
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Control

di Andreotti_Ciro
7 stelle

Il giovane Ian Curtis, figlio di una famiglia della Manchester proletaria, ha una grande passione per la poesia, David Bowie e la scrittura di testi musicali che rappresentino la vita di altri ragazzi come lui. Dopo aver fondato i Warsaw ed essersi sposato appena 19enne, Ian scopre di essere affetto da una rara forma di epilessia. Nel frattempo i Warsaw modificano il proprio nome in Joy Division e improvvisamente iniziano a riscontrare un successo inatteso che per Ian inizia a essere impossibile da sostenere.

 

Il gruppo post - punk dei Joy Division fra le mani del regista e fotografo Anton Corbijn, alla sua prima prova in cabina di regia, viene narrato attraverso la vita piena di problemi personali e di salute, del proprio leader Ian Curtis, figlio di una famiglia della working class di Manchester e autore di alcuni fra i testi più iconici della musica di fine anni ‘70. Sam Riley, esattamente come Corbijn al suo debutto, riesce a plasmare un Curtis quanto mai realistico sia sulla scena, quando si contorce per un male (l’epilessia) che ne ha piegato ogni possibile voglia di lottare, ma anche grazie a una similitudine fisica incredibile. Il film di Corbijn riesce a presentarci una narrazione ispirata sia alla biografia di Deborah Woodruff, ex moglie di Curtis, ma anche attraverso le numerose testimonianze di coloro che hanno fatto parte dei Joy Division, poi rigeneratisi sotto la nomenclatura di New Order, trasformando la pellicola in qualche cosa di unico nel genere dei biopic. Control, titolo ispirato a uno dei più celebri pezzi dei Joy Division: She's Lost Control, dedicato dallo stesso Curtis a un’amica morta per motivi legati alle crisi epilettiche, è un insieme di situazioni in bianco e nero, alle quali non viene concesso null’altro che una successione cronologica, senza mai concedere nulla a esternazioni o colpi di scena e incentrando sempre tutta la narrazione sulla figura di Curtis. Da amare, se avete amato il post punk di matrice inglese. Da vedere per ripercorrere la breve vita di uno dei più incredibili e problematici talenti della storia musicale.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati