Regia di Alfredo Giannetti vedi scheda film
La storia d'amore fra Stelvio e Jolanda, disperata come i due protagonisti, è soltanto un altro modo per raccontare la follia fascista, capace di trascinare in un ventennio una nazione nella miseria e nella guerra, annullando una generazione e riducendo in ginocchio quella successiva. Una storia da cui l'Italia non ha mai tratto alcuna lezione, purtroppo; il film di Giannetti esce quasi 30 anni dopo i fatti raccontati, ma dimostra che la ferita è ancora aperta, è viva e brucia. Primo di tre episodi televisivi che vedono al centro delle vicende altrettante donne scritte addosso alla Magnani, 1943: un incontro gode anche della partecipazione di Enrico Maria Salerno come comprimario di lusso dell'attrice romana; non si tratta però di una semplice vetrina per la protagonista, specialmente in questo episodio intriso di impegno civile. La sceneggiatura è opera di Giannetti stesso; qualche momento risulta meno riuscito (la scena del rastrellamento pare un po' forzata, per es.) e l'impostazione televisiva - cioè sostanzialmente meno curata dal punto di vista estetico - è avvertibile, seppure in maniera tutt'altro che palese. D'altronde il cast tecnico è di tutto rispetto: montaggio di Cinquini, fotografia di (Leonida) Barboni, musiche di Morricone. 5/10.
Nell'Italia occupata dai nazisti sboccia l'amore disperato fra un disertore e un'infermiera avanti con gli anni. Un rastrellamento sarà decisivo per le sorti della coppia.
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