Regia di Hiroshi Teshigahara vedi scheda film
Lascia ch'io pianga
Mia cruda sorte
E che sospiri
La libertà…
Poiché essa vien negata al protagonista per via di una "trappola esistenziale e sociale" posizionata al suo interno da un Dio che è Mostro o da un Mostro che è Dio, il quale gestisce il tutto da lassù, d(all)'al-di-là, d'al di sopra del mondo sabbia, pianeta fatiscente nel quale l'uomo si ritrova, appunto, in gabbia.
Questa condanna viene suggerita, mostrata, pressoché ad inizio pellicola tramite una sovrimpressione d'immagini che rivela come all'interno del protagonista si trovi una donna, ovvero la sopracitata trappola esistenziale e sociale. La stessa trappola esistenziale, con, appunto, la stessa funzione, che si nasconde all'interno di Henry Spencer in Eraserhead , sottoforma, stavolta, di verme e non più di donna. Anche in questo caso(?), rivelata ad inizio film attraverso una sovrimpressione d'immagini. E anche qua, a gestire il tutto ci penserebbe un Dio che è mostro (o un Mostro che è Dio...).
[nella sequenza descritta poc'anzi è presente il verme e non, come nel caso dell'immagine cui sopra, il pianeta]
Ecco perché, per chi scrive, La Donna di Sabbia risulta essere una sorta di Eraserhead nipponico.
Oppure, se si vuole allargare il "tiro filmico", un orwelliano incontro tra Eraserhead ed Antichrist.
Per il sottoscritto, La Donna di Sabbia risulta essere un film unico ed irripetibile; materico ed ipnotico; inimitabile ed inafferrabile.
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