Regia di Karen Moncrieff vedi scheda film
Un gruppo di persone, che non si incontreranno mai, trovano nella scoperta del cadavere di una ragazza un’occasione per salvarsi dalle loro stesse vite. Il brutto dell’esistenza dei protagonisti, che ciascuno vivrà a proprio modo, la noia di un’esistenza vissuta sotto il peso dell’oppressione, di un’ossessione, di un dubbio, del malessere, di un rimorso o del rancore. Nessuno potrà salvarsi dal proprio demone ma tutti riusciranno a sfuggirci, a rifugiarsi in maniera avventata e liberatoria da ciò che non permetteva loro di vivere a pieno la propria vita. Tutti saranno spietati perché la vita lo è stata altrettanto con loro e il suo essere crudele lo si trasmette in ogni inquadratura, in ogni dialogo: tutto è desolato o sofferto sia nel paesaggio che nelle ambientazioni. La quasi completa assenza di una qualsiasi musica accompagna questo struggente viaggio di persone senza speranza, una storia che non annoia ma che comunque vuole trasmettere un messaggio alternativo perché non sempre ci si può salvare o vincere, spesso la fuga risulta essere la meno peggio occasione che ci si possa piazzare sulla strada.
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