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The Dead Girl

Regia di Karen Moncrieff vedi scheda film

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La recensione su The Dead Girl

di AlexPortman80
9 stelle

Voto: 9/10. Secondo lungometraggio diretto da Karen Moncrieff, “The dead girl” (film statunitense low budget girato nel 2006 e vincitore del Grand Prix du Jury al Festival di Deauville, uscito in home video un po’ ovunque, Italia esclusa naturalmente) è un affascinante (e drammatico) ritratto dell’universo femminile. Non solo la regista è donna, ma lo sono anche le protagoniste delle cinque storie all’apparenza indipendenti ma legate, in un modo o nell’altro, dalla morte della ragazza (solo l’ultima delle vittime di un serial killer) evocata dal titolo. La messa in scena è molto efficace, l’occhio della cinepresa è sempre molto attento ai dettagli e soprattutto ai primi piani dei quali cattura ogni piccola sfumatura. Per quanto concerne la fotografia, le locations scelte (il film è stato girato dove poi è ambientato, nei sobborghi di Los Angeles e dintorni) mostrano, quando è giorno, una terra desolata, dai colori vivaci e contrastanti, oppure quartieri anonimi, lontani dai quartieri più alla moda, ma spesso è il buio (della notte, delle abitazioni, degli uffici) ad avvolgere i diversi personaggi nella maggior parte dei segmenti: in ogni caso un ambiente ostile. Anche la colonna sonora (firmata da Adam Gorgoni) è avvolgente, soffusa, profonda e cupa, mai invadente o eccessiva. Il cast è perfetto, nessuno escluso: tutti forniscono ottime interpretazioni, intense, fragili e molto sofferte. Dalle australiane Toni Collette e Rose Byrne, ancora una volta magistrali, alle straordinarie Marcia Gay Harden e Mary Beth Hurt, fino alla più che convincente prova di Brittany Murphy, una delle ultime prima della sua scomparsa. Non sfigurano (anzi!) nemmeno gli esponenti maschili, da Giovanni Ribisi e James Franco a Josh Brolin. Una pellicola dall’elevato peso specifico.

Sulla trama

Arden (Toni Collette) è “the stranger” che si ribella (dice la locandina del dvd). E’ colei che rinviene per prima il cadavere della ragazza nelle campagne alla periferia di Los Angeles, dove abita insieme all’anziana madre (Piper Laurie). Il rapporto tra le due donne è molto conflittuale e Arden, dopo l’ennesima litigata seguita proprio all’interrogatorio della polizia, cerca una distrazione con Rudy (Giovanni Ribisi), un dipendente di un supermercato che l’ha riconosciuta per averla vista in tv.  

Leah (Rose Byrne) è “the sister” che cerca. Cerca la sorella scomparsa ormai 15 anni prima e di cui non si sa più nulla. I genitori (Mary Steenburgen e Bruce Davison) ancora non si sono rassegnati mentre la più scettica Leah, di cui si è invaghito da tempo il collega Derek (James Franco), si convince che la ragazza trovata morta sia proprio sua sorella, per cui decide di sottoporre il corpo all’esame del DNA.
 
Ruth (Mary Beth Hurt) è “the wife”. Suo marito è Carl (Nick Searcy), tipo scontroso e spesso assente. Dopo aver visto un reportage in tv sul serial killer e aver rivenuto abiti femminili in un garage di sua proprietà, Ruth sospetta che possa essere suo marito: inizia così ad indagare.
 
Melora (Marcia Gay Harden) è “the mother” che riconosce il cadavere della figlia, Krista, che anni prima si allontanò dalla famiglia senza troppe spiegazioni. Per darsi delle risposte Melora si reca dalla ragazza che viveva con Krista, scoprendo tra l’altro di avere una piccola nipotina, Ashley.
 
Krista (Brittany Murphy) è “the dead girl”. Conduce una vita difficile, tra lavori saltuari e sporadiche relazioni, l’ultima delle quali con Tarlow (Josh Brolin), ma nonostante questo è molto attaccata a sua figlia che vuole raggiungere per il suo compleanno. Riuscirà a vederla prima della sua tragica fine?
 

Su Toni Collette

Ancora un'ottima interpretazione per l'attrice australiana, molto sofferta ed intensa. Una delle tre migliori del film, insieme alla conterranea Byrne e a Gay Harden.

Su Rose Byrne

Sembra che il talento debba essere premiato con l'invisibilità: non saprei chi è meno conosciuta tra la Collette e la Byrne (ok che vengono da lontano, ma insomma...). Rose Byrne regala l'ennesima prova vibrante, dolorosa e mai sopra le righe.

Su Mary Beth Hurt

Non la conoscevo, comunque molto brava.

Su Josh Brolin

Piccolo ruolo, non male.

Su Giovanni Ribisi

Bravo!

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