Regia di Alfonso Brescia vedi scheda film
Di spaghetti western Alfonso Brescia ne ha diretti a palate (tre solo in quell'anno), così come d'altronde ha frequentato a lungo tutto il cinema di genere nostrano, dal poliziottesco alla sceneggiata napoletana (fu il regista favorito di Mario Merola) al film di guerra; con tali e tante credenziali, si capisce senza ulteriori giri di parole il miserrimo spessore di un'opera come Killer calibro 32. Scritto da Enzo Gicca (nome completo: Lorenzo Gicca Palli, autore di qualche dozzinale copione negli anni Sessanta), il lavoro non ha innanzitutto il necessario ritmo e la fondamentale dose di azione - per quanto non manchino queste due componenti - per riempire il vuoto fisiologicamente lasciato da una tenuta (e da un'originalità) narrativa prossime allo zero. Oltrettutto ci si mettono le povere scelte di cast: Peter Lee Lawrence è il modestissimo protagonista, curriculum: una parte minore in Per qualche dollaro in più e quasi nient'altro; al suo fianco ci sono Helene Chanel, Andrea Bosic, Alberto Dell'Acqua (accreditati rispettivamente come Sherill Morgan, Andrey Bosic, Cole Kitosch, così come Brescia è Al Bradley) e la sorella maggiore, ma meno nota di Catherine Spaak, Agnes. Compare anche Red Carter, nome fittizio qui adoperato da Nello Pazzafini. Prodottino davvero striminzito. 2/10.
Un cacciatore di taglie deve trovare la banda che ha assalito la diligenza; cerca di stanare gli uomini con l'astuzia, per poi farli fuori con la sua fedele Colt.
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