Regia di Spike Lee vedi scheda film
Spike Lee riprende con tenacia la sua opera filmica votata alla causa razziale degli afroamericani, come assunto principale questo “Miracolo a Sant’Anna” ha proprio quello di ricordare (far sapere) il sacrificio dei numerosi soldati di colore in Italia (ma anche nell’intera europa) durante il secondo conflitto mondiale. Personalmente trovo che le opere di Lee più “militanti” siano anche le meno interessanti, questo film offre comunque molti altri spunti di riflessione, peccato che questo sia anche un punto a suo sfavore visto che nessuno di questi punti trova riflessioni approfondite, il tutto è un accumulo che non trova mai una soluzione filmica compiuta. Detto questo dobbiamo anche affermare che le qualità tecniche di Lee non sono assolutamente da mettere in discussione: la messa in scena, la direzione degli attori e il montaggio (tranne rari casi) sono di genuina fattura e la sequenza del massacro di Sant’Anna (secondaria a dispetto del titolo) e quella del montaggio parallelo con tutti i personaggi che recitano il Padre nostro a testimoniare che la classe non è acqua. Il mistero è come un regista che tra le sue ultime cose ha firmato la “25 ora” e “Inside man”, due opere di eccezionale incisività e essenzialità, sia rimasto impigliato nella rete di un prolissità che non è assolutamente nelle sue corde; per citare un esempio (e che esempio) l’episodio di Sciuscià di Rossellini girato a Napoli, con un soldato di colore ed un bambino (film che Lee esplicitamente richiama), in 20 minuti diceva, in maniera approfondita e completa, molte più cose di quanto Lee provi a dire in 2 ore e mezza. Ma Lee non deve disperare perché: rimane un grande regista e un confronto con Rossellini non lo si concede a tutti.
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