Regia di George Clooney vedi scheda film
Non c’è niente da fare; Clooney, alla regia, è davvero in gamba.
Lo ha dimostrato spesso - personalmente ho apprezzato tutti i suoi film che ho visto (ovvero tutti tranne l’ultimo) - e non si smentisce neanche con questo.
Una (sottoscrivo in pieno) commedia brillante (FilmTV) e pure frizzante (Ewan) dove il regista - gestendo bene un ricco campionario di sguardi smaliziati, tempi comici e dolorosi "doppiogiochismi" - riesce ad allestire una felice, ironica ed umoristica guerra fra sessi (emmepi8), ma non solo.
La storia, infatti, è quella della nascita di un mito (l’eroe nazionale Carter Rutherford alias John Krasinski) e di uno sport “mitico” come il football, nonché quella di come l’uno sia celermente tramontato e l’altro… no, direi proprio di no.
Una storia che significa (ovviamente anche) digressione ai bei tempi andati dei Roaring Twenties - presi nel loro lato migliore (ovvero in quanto culla di un gagliardo rampantismo imprenditoriale, capace di dare i natali allo sport più amato dagli americani) - senza che la cura retrò per la messinscena ed il contesto scenografico ecceda mai in gusto eccessivamente nostalgico, o puramente ornamentale.
E nel frattempo, per l’appunto, ci gustiamo gli sfiziosi battibecchi fra il buon George e la sua dolce (ambita) metà (Lexi Littleton al secolo R.Zellweger). Ma si prenda, infine, un John Krasinski qualunque - nel ruolo (oltre a quello di cui sopra) del terzo incomodo, ma conteso da entrambi - e l’alchimia è servita!
Davvero inspiegabile il flop in patria.
P.S. Auguroni allo sposo!!!
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