Regia di Eric-Emmanuel Schmitt vedi scheda film
Odette lavora in un grande magazzino, reparto cosmetici. La sua vita sarebbe piatta piatta se lei, cuor contento, non la rendesse magica con niente. Balthazar è uno scrittore di successo, ma il valore letterario dei suoi libri è pari allo zero, la moglie lo tradisce con chi lo stronca e la depressione gli taglia le gambe. Saranno, le due anime distanti, complementari? Sfiorita la gioventù e assunta dalla grande distribuzione, ecco come potrebbe diventare Amélie Poulain, canterina e svolazzante come la signora Toulemonde, protagonista di questa commedia qualunquista fin dal (cog)nome, che esalta gli umili e i puri di spirito (tra l’altro, lei è belga!) in chiave squisitamente antiparigina. Formidabili i due interpreti, Catherine Frot e Albert Dupontel; nutrito il cast di contorno, con i figli di Odette a rubare la scena tra amanti improbabili (gay e etero) e squarci di vita periferica. L’Irina Palm francofona è più casta ma fa lo stesso innamorare l’omaccione di turno, per poi far quadrare i conti in un finale che sfiora il misticismo laico in salsa (lontanamente) zavattiniana, rinforzato dalle musiche stralunate di Nicola Piovani. Per chi cerca un tocco lieve.
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