Regia di Marc Forster vedi scheda film
Il ritorno sugli schermi di James Bond in versione bionda e nerboruta cinque anni dopo l'ultimo episodio interpretato da Pierce Brosnan aveva sorpreso tutti: ruvido e atletico, Daniel Craig, già ironicamente ribattezzato "James Blond" si era rivelato una scelta azzeccatissima, tanto da insidiare l'eterna incoronazione di Sean Connery quale 007 più "vero", il film era piaciuto anche a spettatori che abitualmente snobbavano le avventure spionistiche del personaggio di Fleming e si era rivelato tra i maggiori incassi della serie. Giunto piuttosto velocemente, il capitolo successivo ne è un seguito di "Casinò Royale", fatto inedito per la longeva saga della spia d'Inghilterra, si cambia regista ( da Martin Campbell, che aveva già tenuto a battesimo Brosnan in "Goldeneye" si passa allo svizzero Marc Forster) e ritorna tra gli sceneggiatori Paul Haggis che aveva ritoccato lo script del film precedente soprattutto nella conclusiva parte veneziana. Pur essendo girato con dovizia di mezzi, e avendo sequenze d'azione straordinarie, "Quantum of solace" è di qualche misura inferiore al film che lo ha preceduto. La sceneggiatura manca dello humour necessario, e si ricordano poche battute, devolvendo tutto l'interesse all'azion pura, oltretutto allestendo una trama basata su una doppia vendetta abbastanza macchinosa, e per quanto Craig non perda nè carisma nè il suo gustoso mix tra coriaceo machismo e fisica vulnerabilità e Olga Kurilenko abbia uno dei più bei volti comparsi nella serie, il divertimento è minore, e aleggia un certo senso di delusione. Sul piatto positivo della bilancia, la sottolineatura che 007 è in fondo un agente segreto non buono per forza, ma uno con l'opportunità di diventare un killer compresa nel contratto di lavoro, sull'altro la canzone dei titoli, stavolta di Jack Black e Alicia Keys non così d'impatto come "You know my name" di Chris Cornell.
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