Regia di Andrew Stanton vedi scheda film
Fa proprio tenerezza questa buffa scatoletta metallica dagli occhioni penduli che guarda, emozionato, "Hello, Dolly!"; socializza con l'unico "organico" in circolazione, ossia uno scarafaggio; si sostituisce le "scarpe" con quelle rubate ai colleghi guastati dalle tempeste di sabbia; squittisce come un topo dentro un container addobbato come una "casa". Il simpatico Wall-E non conosce soste e lavora da 700 anni raccogliendo pattume da compattare in cubetti dentro la propria pancia affamata. E poi, come un architetto, crea enormi strutture simili ai grattacieli di un'illustre città abbandonata dai suoi abitanti che scelsero l'esilio in una nave spaziale. La terra è una fogna a cielo aperto ed i robot non sono riusciti a bonificarla nonostante il tempo a disposizione. Non ci sono più segni di vita che possano indurre gli umani a tornare nel proprio pianeta, per cui le sonde, che di volta in volta vengono spedite sul pianeta azzurro, rientrano a mani vuote.
Ma un giorno il robot cingolato trova una pianticella, riparata dietro un vecchio frigorifero, ed inizia ad accudirla. Quando l'ennesima sonda, in cerca di fotosintesi, atterra nel cantiere, un minaccioso robottino bianco con le sembianze di un uovo scombina l'esistenza monotona di Wall-E.
E.V.E., così si chiama l'uovo di dinosauro, trovata la pianticella, si trasforma in incubatrice e si spegne in attesa che la sonda risponda al proprio segnale. Al povero Wall-E non rimane che accudire, amorevolmente, E.V.E. e seguirla nel successivo viaggio nella galassia.
Walt Disney ha fatto centro, ancora una volta, grazie ad un notevole lavoro creativo che ha impegnato i cervelloni di casa allo scopo di inventare un nuovo e fantastico mondo in cui immedesimarsi protagonisti, adulti o bambini che sia, la fattispecie non cambia. Credo sia bastato partorire l'idea del robottino tenero e un po' goffo affinché Pixar fosse già alla metà del lavoro. Un'altra buona fetta l'ha conclusa sviluppando il contesto in cui muovere Wall-E (l'astronave, la Terra polverosa e sommersa di rifiuti). La sceneggiatura? Quasi ininfluente ai fini del successo del film. Agli occhi umani la figura del tenero robot con gli occhioni e le movenze di "E.T.", l'incedere squillante di "R2D2" e le sembianze di "Numero 5" resterà per sempre negli occhi e nel cuore prima di ogni altra cosa, compresa la storia. Non che la narrazione sia noiosa o banale, sia chiaro. Si muove dentro le orme di un copione già visto, lasciando ampio spazio alle gag e alla mimica del protagonista, ed inoltre, conquista il pubblico adulto, target sempre più privilegiato in casa Disney, grazie al solito mix di dejà-vu e novità a cui il trio di soggettisti Stanton/Docter/Reardon, furbescamente, non si sottrae. In base a questa logica, non priva di umorismo, viene omaggiato parecchio cinema del passato a cominciare da "2001: Odissea nello spazio" nella reincarnazione evidente di HAL nel timone di bordo, mentre una rilettura comico-grottesca del mito dell'arca di Noè in cui gli uomini prendono il posto degli animali si paventa senza mezzi termini. Direi, anzi, che il film diviene persino tagliente nel raffigurare gli ospiti della nave il cui aspetto ricorda quello di enormi panini, di secolo in secolo sempre più imbottiti, come si intuisce dalle effigi dei capitani della nave, allineate in plancia come le foto dei cheeseburger sopra le casse di un fast-food.
Tecnologia che impigrisce più che aiutare, cibi e bevande ipercalorici: ecco fatto l'identikit dell'obesità che ha conquistato l'America e che il film sbeffeggia impudentemente. Ma è il messaggio ecologista che fa riflettere maggiormente raggiungendo punte di sarcasmo che lasciano il segno. In 700 anni gli uomini non sono migliorati. Bevono, mangiano, avanzano, sporcano. Nelle pattumiere della nave stellare i compattatori di rifiuti sono diventati, solamente, più grandi e gettano i cubi di spazzatura nello spazio. Nessuno sviluppo tecnologico e, men che meno, morale. Ma allora secoli e secoli di lontananza dalla Terra ed un disastro ecologico che ha costretto all'abbandono del pianeta a cosa è servito se nulla è cambiato? Una domanda che mette a disagio e che lambisce la superficie di una dolce e succulenta torta sotto il cui strato più esterno è nascosto il messaggio cardine, ma non esclusivo, rivolto ai bambini, sull'importanza dell'amicizia e dell'amore consegnato da due forme di vita artificiali capaci di provare sentimenti sinceri, puri e profondi. Speriamo, però, che i bimbi capiscano anche i messaggi più profondi, più pesanti da digerire ma necessari per il bene di questo nostro povero e tormentato pianeta.
Edizione DVD Walt Disney Studios Home Entertainment
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