Regia di Andrew Stanton vedi scheda film
Siamo nel futuro, la terra, ormai sommersa dai rifiuti di un insostenibile consumismo, è stata abbandonata dal genere umano che si è messo in viaggio per una lunghissima crociera spaziale, in attesa che il pianeta ridiventi abitabile. A ripulire la povera Gaia, sta lentamente provvedendo WALL-E, un piccolo e malmesso robot di vecchia generazione che vive "in una solitudine popolata di pensieri" (per citare, in maniera forse un po' sacrilega, il grande Bohumil Hrabal). A rompere le sue monotone giornate di lavoro, giunge una moderna ed affascinante "robottina" (ma ha senso distinguere delle macchine in generi sessuali?): con lei WALL-E scoprirà inaspettatamente l'amore e, intrepido, si lancerà in una incredibile avventura spaziale che aiuterà una razza umana, ormai divenuta pigra ed inetta, a riscoprire i sentimenti e la voglia di essere artefice della propria esistenza. Diretto dal bravo Andrew Stanton, già responsabile del capolavoro "Alla ricerca di Nemo" e prossimo regista dell'attesa (almeno dal sottoscritto) trasposizione delle avventure di John Carter di Marte, personaggio della SF d'antan nato dalla penna di Edgar Rice Burroughs, "WALL-E" è una graziosa favola di fantascienza, forse un po' sopravvalutata (qualche passaggio è un po' noioso) ma piena di poesia, rinfrancanti silenzi, atmosfere sospese e profondi significati (la macchina che insegna l'amore ad una umanità impigrita e fiacca, gl'inutili orpelli del consumismo trasformati in una immane discarica, sorta di grottesco falò delle vanità umane). La qualità tecnica della pellicola è elevatissima (come del resto ci si attende da un lavoro firmato Pixar) e a "WALL-E" riesce la rara alchimia di incarnare un prodotto adatto sia ad adulti che a bambini: quattro stelle abbondanti.
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