Regia di Andrew Stanton vedi scheda film
Wall-e, ultimo robottino incesellante rifiuti, superstite di un'umanità disumana, viaggia oltre l'immaginazione, cavalca soverchiante perizia tecnica, strabilia di dettagli stilistici, si staglia sull'irrealtà di un futuro devastato inscenando tenerezze disarmanti. Gronda poesia per nulla tediosa ma ferocemente stridente ed agghiacciata rispetto all'"Uomo", surrogato di costruttore/creatore, ora in bambola completa, alla ricerca di spazio nello spazio ed alla mercè di una fredda ed inflessibile classe robotica di ultima generazione. La prima parte è spaventosamente bella. Non trovo, e non voglio trovare, altra terminologia. Ma paradossalmente, questa meraviglia visiva, inficia negativamenbte nel prosieguo, con Wall-e ed Eve, l'altro robottino di cui s'innamora il nostro eroe, alle prese con il satellite che ospita gli uomini del futuro - belli cicciotti e semilobotomizzati - con trovate affettate e vagamente sonnacchiose, restituite alla consuetudine di una, seppur di fine qualità, "normale " produzione Pixar, con pochi intermezzi all'altezza della prima parte (sicuramente le liriche traiettorie spaziali disegnate con l'estintore da Wall-e...). A parte questo lieve rammarico il film tira che è una meraviglia ed è assolutamente da non mancare. Anche il corto che precede è devastante ma non all'altezza del piccolo spassosissimo alieno (del quale spero sia in cantiere un lungometraggio) che fece da apripista a Ratatouille.
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