Regia di Andrew Adamson vedi scheda film
Trasposizione cinematografica del secondo libro (seguendo l'ordine di pubblicazione e non della cronologia interna alle trame) de Le Cronache di Narnia, serie che consta di ben sette volumi, uscita dalla penna di C.S. Lewis. A differenza del primo, però, questa volta qualcosa sembra non funzionare.
Innanzitutto molto è stato alterato rispetto al romanzo d'origine, con il risultato di smarrire completamente quell'incanto e capacità di meraviglia che invece avrebbe potuto caratterizzare tutta la serie. E un tale prezzo ha almeno ottenuto un adeguato miglioramento nella complessiva qualità del film? Ovviamente no.
La trama è semplice, quasi banale e con alcune ingenuità che potevano essere facilmente evitate (visto poi che il pretesto per le modifiche era il volerlo rendere più maturo). Nessuno dei giovani protagonisti eccelle nella sua interpretazione (i migliori sono alcuni personaggi adulti, ovvero i "nostri" Sergio Castellitto e Pierfrancesco Favino). Discrete sono soltanto le musiche di Harry Gregson-Williams, tornato ancora una volta a comporre la colonna sonora.
Ma qualcosa è migliorato rispetto a Il Leone, la Strega e l'Armadio? Fortunatamente sì... gli effetti speciali (unica nota positiva) e la nuova voce di Aslan per il doppiaggio in italiano (nel primo era inascoltabile). Tuttavia converrete anche voi che ciò è decisamente troppo poco per meritare una promozione, vero?
Inoltre mi ha veramente infastidito il tentativo, peraltro miseramente fallito, di imitare Peter Jackson e la sua trilogia cinematografica tratta da Il Signore degli Anelli. J.R.R. Tolkien e C.S. Lewis erano amici, è vero, ma le loro opere sono profondamente diverse tra loro. Perché Andrew Adamson avrebbe dunque preferito "tradire" la serie de Le Cronache di Narnia, rinunciando ad esaltarne l'unicità?
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