Regia di Phil Joanou vedi scheda film
VOTO : 6.
Pellicola che mi mette in difficoltà; da un lato ammetto che è riuscita anche ad emozionarmi, dall’altro però gronda di retorica che a tratti riesce ad essere quasi urticante come raramente capita di vedere.
Però in fondo vi ho visto una certa sincerità ed una buona fluidità di racconto per cui probabilmente vale la pena di accontentarsi.
Sean Porter (Dwayne Johnson) è un assistente sociale che lavora all’interno di un riformatorio minorile e si accorge che i metodi tradizionali non funzionano affatto (come da dati ufficiali riportati all’inizio, il 75% dei ragazzi quando esce muore o ritorna in carcere).
Decide così di creare una squadra di football americano, sfidando l’ostruzionismo e lo scetticismo generale, per cementare il legame tra i suoi ragazzi e cancellare stupide distinzioni tra razze e bande.
Il risultato sarà sorprendente.
La storia è vera e la cosa più piacevole, e coinvolgente, del film rimangono le immagini di repertorio dove si mostrano il vero Sean Porter ed i suoi ragazzi che tra le altre cose si trovano in situazioni riprese pari pari dal film.
Purtroppo però l’operazione soffre di tutti i difetti che si possono presentare in una storia vera di redenzione sociale e di voglia di riscatto dal mondo.
Se la narrazione di Joanou è spedita (e le due ore passano senza particolari patemi), è anche vero che alcuni dialoghi sono quanto di più scontato si possa sentire, mentre alcuni passaggi (molto del tipo “da nero a bianco”) avvengono senza spiegazioni convincenti.
Tosto il personaggio protagonista, non particolarmente espressivo “The rock” anche se va detto che pure l’originale in carne ossa non lo era molto di più.
Per il resto si assiste ad alcuni momenti commoventi (per quanto attesi), all’insegna dei buoni sentimenti tanto cari agli americani.
Insomma alla fine si tratta di un film che regala ciò che promette a monte di tutto, zero sorprese o intuizioni importanti, ma anche una storia in grado di accontentare chi cerca qualcosa del genere.
Complessivamente sufficiente, ma forse anche questo è un giudizio tipicamente buonista come il film stesso.
VOTO : 6. Regia regolare, ma poteva/doveva evitare almeno alcune ovvietà per distinguersi maggiormente.
VOTO : 6+. Espressività poca o nulla (e non sarebbe guastata), ma la volontà non gli manca affatto e poi il personaggio reale non era certo la fantasia fatta a persona.
VOTO : 6. Spalla dignitosa.
VOTO : 6. Non male, come gli altri che se la cavano tutti.
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