Regia di Gavin O'Connor vedi scheda film
Un cinismo nudo e crudo sporca tutto quanto abbia a portata di mano; mani, faccia… distintivi compresi.
Impossibile non compromettersi quando si vive, giorno dopo giorno, a contatto col degrado morale e urbano.
Impossibile fare finta di nulla, lavarsi le mani e, magari, attendere, speranzosi, la promozione.
Impossibile credere che il giunco si pieghi (senza spezzarsi) in attesa che passi la piena.
Ecco, il poliziesco-noir di G. O'Connor è un buon film perchè non ha remore nell’attingere dal calamaio dell’asprezza onde testimoniare tali umane contraddizioni.
Perché si avvale della fotografia oscura di D.Quinn, che mostra una New York nera per tanti motivi non strettamente legati alla tecnica (Andromaca)
Però è un film che non ha il pregio della coerenza.
È troppo comoda l’espiazione anticipata della pena. Ed è troppo comodo scaricare la colpa sui morti.
Il verdetto di assoluzione o di condanna non lo decide sempre la strada.
Tipico dei film accomodanti, che si danno un’aria da film di denuncia, ma che devono propinare, molto sbrigativamente, un messaggio simil-edificante (presa di coscienza e spontaneo repulisti) a tutti i costi.
Pride and Glory - Il prezzo dell'onore finisce, così, per essere l’ennesimo film che, facendosi sberleffi della sezione narcotici di NY, intende stigmatizzare il corporativismo marcio di qualsiasi corpo di polizia. Ergo, un film che si distingue dalla massa solo per via dell’eccellente contributo dei suoi interpreti; quattro validi attori scritturati per ruoli che loro sanno rendere in maniera convincente (si pensi a N.Emmerich che, benché abbia una faccia che dà rassicurazioni - sì; di colpevolezza -, funziona sempre molto bene nei ruoli ambigui).
Comunque lo spettacolo (duro quanto si vuole, ma necessario) è assicurato.
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