Pochi accorgimenti per narrare la vita di un gruppo eterogeneo sia in termini di età – il ventaglio anagrafico va dai venti ai cinquant’anni – dei giorni d’oggi. È infatti in questa fascia di età che si annidano tutte le possibili casistiche, e facce, della medesima medaglia dell’universo maschile odierno.
Si va dall’imprenditore incapace di rassegnarsi all’idea di non essere più in grado di correre indifferentemente dietro a ragazzine e pallone. Al figlio che odia il padre per aver ripetutamente tradito la madre e che non vuole assolutamente assomigliargli. Dal consulente falloso e doppiogiochista sia sul campo che nella vita. Al padre di famiglia che è condannato, per accudire i suoi figli, a correre sia dietro loro che alla moglie, con la quale è ormai in rotta da qualche tempo. Per concludersi con lo studente universitario che ha organizzato la sua esistenza per filo e per segno, ma per il quale il destino ha programmato un piacevolissimo imprevisto. Il tutto filtrato per mezzo del calcetto e degli articoli che il coach, giocatore ormai non più praticante e giornalista di professione, verga dopo ogni incontro della squadra. Sport che per Lucini, cresciuto a ‘Pane e Videoclip’, e solo poi approdato al cinema, rappresenta sia la via di fuga dalla quotidianità, che specchio della vita.
Messaggio e pellicola che mischiano le carte, come spesso, anzi spessissimo, è capitato nel corso di miriadi di pellicole di questo genere ma messaggio/quesito che al tempo stesso viene mostrato agli spettatori, ma non fornisce le soluzioni, non scalfisce la superficie se non appena un po’ e diviene invece il pretesto per narrare la storia, molto normale, di un gruppo di amici. Riducendo i problemi di lavoro e di coppia, presunti o reali, a un’accozzaglia di palloni sospinti a fatica in rete, a pochi scambi di battute e situazioni fra il serio e il ridicolo, idonee per far sorridere il pubblico ma nulla più.
Cast di attori che vede in Giuseppe Battiston l’anima della squadra nella quale Claudio Bisio si limita a gigioneggiare fra un dribbling e un litigio con la moglie, una sapiente e misurata, come sempre, Angela Finocchiaro; e se questo vi basta, il destino della squadra di calcia(t)tori di “Amore bugie e calcetto” fa per voi, astenetevi se speravate in qualche cosa di più di due ore circa di spensieratezza che si concluderanno con un finale decisamente buonista.
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