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Saw IV

Regia di Darren Lynn Bousman vedi scheda film

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La recensione su Saw IV

di munnyedwards
6 stelle

“I just wanted to help them”

“But you can’t help them…they have to help themselves”

 

 

Il Re è morto…viva il Re!

E soprattutto i milioni di dollari che porta in dote ogni volta che torna a calcare la scena trascinandosi dietro il suo carico di morti ammazzati, le sue trappole pittoresche e sempre più fantasiose, crudeli incastri di orrore puro a esplicitare un marchio di fabbrica diventato ormai elemento immaginifico di una saga clamorosamente fortunata.

Del resto non si è mai visto nella storia del cinema horror (ma anche al di fuori del genere) che un franchise di grande popolarità e successo venisse bloccato nel suo momento di maggiore esaltazione commerciale, e poco importa se il protagonista della serie ci aveva lasciato le penne nel precedente capitolo, come sanno bene i fan di questo tipo di film le icone horror non muoiono mai, tutt’altro, si rigenerano come fenici dalle loro ceneri.

 

Tobin Bell

Saw IV (2007): Tobin Bell

 

E così si riparte esattamente da dove ci eravamo fermati, dall’imprendibile serial killer ormai privo di vita, immobile su un tavolo di obitorio in attesa di essere aperto per vedere di che forma e colore è fatto il male, per scoprire cosa si nasconde di tanto diabolico nel corpo del geniale enigmista, la scena ci mostra l’autopsia di una divinità maligna, fredda esecuzione di una routine medico legale, apertura della scatola cranica e asportazione di un cervello “illuminato” ma schiacciato da una pretuberanza tumorale, la classica incisione a Y per scoprire gli organi interni, un uomo non un Dio, con un cuore, un fegato e uno stomaco.

Già, uno stomaco che nasconde l’ennesimo colpo di scena, ancora un nastro da ascoltare, ancora la voce di John Kramer (Tobin Bell) che avverte il mondo, che parla anche da morto, il gioco non è ancora finito, anzi è appena iniziato.

Saw IV vede per l’ultima volta in regia Darren Lynn Bousman, a ripresentare l’ormai classico standard visivo, una frenetica e compulsiva danza di morte ad evidenziare un marchio di fabbrica irrinunciabile per la serie, in questo caso se possibile si preme ancora di più sull’acceleratore mettendo in scena un truculento e vorticoso viaggio sanguinario, un percorso ad astacoli che come sempre vede il fattore tempo giocare un ruolo determinante.

 

Athena Karkanis, Scott Patterson

Saw IV (2007): Athena Karkanis, Scott Patterson

 

La trama ha poco da dire se non l’approfondimento della natura “umana” del personaggio principale, John Kramer prima di diventare Jigsaw, sono frammenti che arrivano improvvisamente nel bel mezzo di una corsa frenetica, tra morti orrende e diabolici tranelli, pezzi fondamentali di un puzzle che alla fine mostrerà un disegno ambiguo e indecifrabile, genialità e follia che si mescolano insieme creando una nuova filosofia di vita, elementare, rozza, violenta, ma con un suo macabro senso.

Questa continuity serrata è sicuramente uno degli aspetti più interessanti della saga, che altrimenti come succede in altre epopee horrorifiche non sarebbe altro che l’ennesima messa (in loop) in scena di uno schema vincente, ovviamente questo elemento formale non può mancare, è esattamente quello che chiede il pubblico delle masse, quello che riempie le sale ad ogni nuova uscita, ma lo scavo psicologico sul protagonista e altrettanto importante nel determinare il successo della saga, buttare un occhio sul prima, osservare la trasformazione di un uomo comune in divinità di morte, tutto questo rende più appetibile la serie che pur giunta al quarto capitolo non sembra mostrare cedimenti.

 

scena

Saw IV (2007): scena

 

Inevitabile come la morte il twist finale, il pubblico lo aspetta e questa volta ne viene ancora più sorpreso perché si scopre protagonista della partita in atto, come dicevo il fattore tempo ricopre un ruolo fondamentale, nello svolgimento della storia ma soprattutto nel finale a sorpresa, in attesa di un “game over” che continua beffardo ad essere dichiarato ma che puntualmente viene disatteso.

Il soggetto firmato a sei mani (Patrick Melton, Marcus Dunstan, Thomas Fenton) non brilla in modo particolare, sono i vecchi personaggi della serie ad attirare maggiormente l’attenzione, i nuovi protagonisti ed in particolare i due agenti dell’FBI non convincono e non coinvolgono, al contrario invece di Betsy Russell che interpreta Jill Tuck la moglie del mostro, figura ben delineata e interpretata.

Costato circa 10 milioni di dollari ne ha portati a casa (in tutto il mondo) quasi 140 milioni, ennesima conferma di un successo annunciato, difficile aspettarsi il the end, noi intanto andiamo avanti perché il viaggio è ancora lungo.

Voto: 6.5

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