Regia di Mark Waters vedi scheda film
È una sorpresa che, dalla saga in cinque parti di Tony DiTerlizzi e Holly Black, pubblicata da noi da Mondadori, sia stato tratto, in netta controtendenza, un solo film di appena novanta minuti, curiosamente sceneggiato, tra gli altri, da John Sayles. Il racconto ruota intorno alla vita di Arthur Spiderwick, proprietario
di un’isolata magione, scomparso ottant’anni or sono. Si trasferiscono nella decrepita tenuta i suoi lontani eredi, una madre con una figlia e due gemelli, entrambi interpretati da Freddie Highmore. La casa però è già abitata, dal folletto Giangoccetto, e nel bosco intorno tramano gli invisibili goblin comandati dal crudele Mulgarath, cui presta le fattezze Nick Nolte. Rane, serpi, farfalle e alambicchi, immersi in una luce bluastra e montati con un ritmo più sonoro che narrativo, si susseguono in un suggestivo incipit. Il credito acquisito dall’attacco si smarrisce però rapidamente, tra una natura patinata come nemmeno in una rivista di giardinaggio e uno sviluppo accelerato, poco coerente e privo di respiro avventuroso. L’happy ending è poi molto più mieloso di quello del romanzo. Pure il messaggio lascia un po’ perplessi: una cosa è cercare di distruggere l’anello del potere di Sauron, un’altra è passare mezzo film nel tentativo di bruciare un libro.
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