Regia di Franco Battiato vedi scheda film
Partiamo dai pregi: le musiche di Bruckner, Delius e Fauré... basta. Devo ammettere che non sono un fan del Battiato intellettualoide; giusto per farmi capire non sopporto sentirlo parlare... è decisamente meglio quando canta anche se il suo stile non incontra perfettamente i miei gusti.
Tuttavia mi ero dedicato a questo "film" con i migliori propositi e scevro da qualunque pregiudizio... Che dire: a mio avviso un fallimento sotto tutti i punti di vista. E il problema non sono le sterili citazioni di Bunuel, Lynch o la onnipresente immagine "fuori orario" di Ghezzi, né tanto meno la direzione degli attori con recitazioni imbarazzanti o la messinscena casalinga che fa tanto undergroung. No. Il problema sta secondo chi scrive nella decontestualizzazione dei molteplici temi trattati. Troppa carne al fuoco, tanto da rendere ogni singola "dissertazione" congestionata e incompleta. Non solo i personaggi pontificano riguardo tematiche essenziali ed esistenziali in modo così sterile, puerile e accademico tanto da farmi preferire (se avessi fatto parte di questa galleria di individui) un convitato di pietra di mozartiana memoria con cui confrontarmi, ma ogni singolo argomento trattato avrebbe meritato un film a se stante. In questa pellicola vige la legge della mera enunciazione, senza mai scendere in profondità. Tutti questi falsi intellettuali sono aridi come i libri che hanno letto: si limitano a citare a memoria senza averli fatti propri. Ogni frase di per sé apre vie infinite ma di questo o non se ne ha contezza oppure più semplicemente non importa a nessuno. Francamente imbarazzante la sequenza dei tarocchi: per conoscere noi stessi non dobbiamo far altro che avere il coraggio di guardare IN noi stessi, affidarsi ad un mazzo di carte palesa una incolmabile perdita di identità. Di questa sequenza è interessante la battuta finale su Edipo (o meglio: il complesso di Edipo): lei dice di non averlo perché suo marito è più bello di suo padre e il barbuto taroccaro le risponde che citando suo padre ha già posto in atto un confronto che non dovrebbe sussistere. Giustissimo... e dopo? Se ne potrebbe parlare a lungo, portare altri esempi, persino criticare Freud che ha fatto di una patologia una regola... niente di tutto questo. Stacco- altra storia, altra masturbazione intellettuale.
Senza rendersene forse conto Battiato azzecca l'ultima scena, dove il professore ospite, invece di ascoltare coglie una ciliegia, e alla domanda: "ma non ascolta" postagli da una giovane risponde (mostrando il frutto): "sono venuto per queste". Mi chiedo francamente se il regista abbia compresso che con questa battuta mostra la sensata presa di coscienza del personaggio sulle stupidità dette fino ad allora e sull'inutilità tout-court di questo agglomerato di immagini.
Voto personale: *1/2
P.S. Vorrei solo chiarire che i miei voti attraverso le stellette non coincidono con quelli FilmTv:
insufficiente: *
sufficiente: **
buono: ***
ottimo: ****
da bellissimo fino a capolavoro: *****
spesso aggiungo la mezza stella, ad esempio ***1/2 : buono-ottimo, ****1/2 ottimo-bellissimo
naturalmente questi simboli hanno una ragione d'essere solo se affiancati da una opinione che ne chiarisca meglio il significato.
P.S.S. Volevo solo giustificare il fatto che a volte sotto il mio nick viene data l'utilità ad una mia opinione. Non sono tanto narcisista! Semplicemente la mia compagna legge ciò che scrivo e se le piace (dipende... è molto critica!) mi dice di votare. Tutto qua.
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