Regia di Martin Scorsese vedi scheda film
Quarant'anni biologicamente non sono gran cosa, ma nel mondo del rock'n'roll sono un'era geologica;dal 1965, anno di "Satisfaction" i Rolling Stones hanno cantato e suonato per generazioni a rotazione, con la medesima grinta , voglia di stupire e una sana ironia di fondo a condire il tutto. Come prima di lui Godard e Ashby, Martin Scorsese ha girato non il film "sugli" Stones, bensì un lavoro che parla del loro mondo, ce li mostra tra il palco e la loro realtà, con la scusa-motivo di un concerto tenutosi un paio d'anni fa, per la fondazione di Bill Clintone e frammenti di vecchie interviste cucite tra un brano e l'altro.Jagger, Richards, Watts e Wood, con co0rredo di ospiti giovani e non, tengono botta con ruvida classe, sapido mestiere e scafato talento: parte della critica si è lamentata per le non eccessive "personalizzazioni" della macchina da presa scorsesiana, ma le migliori regie non erano quelle in cui l'occhio del "director" non si avvertiva qusi? Chiosa con la luna che si tramuta nel simbolo delle Pietre Rotolanti, in un'accelerata luminosa, per un film che manda a casa con la voglia di riscoprire altri pezzi della veneranda band. Come i concerti più belli e sentiti dell' adolescenza.
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