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Star Trek - Il futuro ha inizio

Regia di J.J. Abrams vedi scheda film

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La recensione su Star Trek - Il futuro ha inizio

di nickoftime
stelle

Qui non è questione di essere cultori o meno della celebre serie e neanche di stabilire se abbia senso o meno reinverdirne le origini con un film che vuole conquistare il pubblico dei giovanissimi senza perdere quello dei numerosi aficionados: in realtà si tratta di provare ad esprimere un giudizio su uno dei blockbuster più attesi dell’estate e sugli eventuali meriti di un regista che dopo aver riscritto la formula dell’intrattenimento televisivo con i naufraghi più famosi del momento viene accreditato di un talento paragonabile a quello di Steven Spielberg: raffronti che lasciano il tempo che trovano, simili alle disquisizioni senza uscita che tormentano gli appassionati della racchetta, chiamati a designare il tennista più forte di tutti i tempi. Paragoni improponibili- io la penso come Tommasi e Clerici e quindi dico che non esiste un numero uno di tutti i tempi ma ogni epoca ha il suo protagonista- che nulla tolgono alla fama di JJ Abrams, il guru chiamato al capezzale di pazienti un pò bolliti (prima il format sull’agente Hunt ed ora la saga dei navigatori spaziali) per eccessivo sfruttamento, che ha dalla sua dimestichezza con i ferri del mestiere (sul set di Caserta Tom Cruise era filmato in maniera simultanea da telecamere posizionate nelle posizioni più svariate) e la capacità di sapere coniugare angosce da nuovo mondo a regole di cinema vecchio stampo. In questo caso si trattava di riscrivere un universo senza dare l’impressione di farlo: cambiare per restare sempre uguali. E questo a mio avviso è il limite di questo nuovo episodio di Star treck- un prequel, un sequel o forse il punto di partenza di una nuova progenie? Paradosso vivente, rispetto a quello che rappresenta ed all’industria che lo produce, simile a quello che il film ripropone nella scena centrale, quando il vecchio dottor Spock viaggia a ritroso nel proprio passato per suggerire il da farsi al futuro capitano Kirk? Ma allora quello che ne consegue è frutto di una manipolazione temporale o di colui a cui sono ascritte le vicende che abbiamo conosciuto prima di questa nuova scoperta. Importante per i cultori della serie o per i “tecnici” della fantascienza, il passaggio fondamentale per l’economia della storia (l’enfasi è accentuata dalla presenza di Leonard Nimoy che interpreto il Venusiano negli episodi precedenti) diventa quasi un macigno per chi sta aspettando il famoso colpo di coda di un film che fino ad allora è stato solo chiacchere e distintivo, con il solito mirabolante dinamismo riproponibile da qualsiasi pischello presente nella fabbrica dei sogni ed una serie di variazioni sul tema che a detta degli esperti hanno cambiato un poco il carattere dei vari componenti dell’Enterprise ma agli occhi del neofita risultano nullaltro che bozzetti, forse destinati a prendere vita con una successiva eventuale trilogia, ma per ora corredo di una fauna tutt’altro che indimenticabile . Tra Top Gun e Star War il giovane Kirk ha la faccia senza carisma di uno dei tanti volti televisivi ( e neanche dei più convincenti) che attraversano il nostro etere televisivo, giovane scavezzacolo pieno di talento che si redime sulla via di damasco e che trova nell’altrettando giovane Dottor Spock una dualità destinata a normalizzarsi prima ancora di nascere. Per il resto c’è tutto il repertorio che si conviene al cinema da grande incasso: suono roboante ed inseguimenti a perdifiato, odi atavici ed amicizia sconfinata, mondi che scompaiono ed altri recuperati grazie ad un parco di effetti speciali che non fanno meraviglia per la povertà di quello che gli sta intorno. Lo schermo sfruttato in tutta la sua lunghezza ed una fotografia ipervitaminizzata che ricorda il cinema diTony Scott completano l’ennesimo prodotto di merchandising destinato a deludere le attese di chi credeva alla storia del salvatore della patria.

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