Regia di Justin Chadwick vedi scheda film
Enrico VIII come un pivellino in balia delle donne, totalmente passivo nella scelta epocale di rompere con Roma, è ridicolo. La Storia rimane fuori dalla finestra, la storia è comunque piacevole. La Portman meglio della Johansson.
Sceglie di lasciare del tutto fuori la politica, ma così i personaggi rischiano di perdere la loro credibilità storica: cosa che non succedeva nel film di Korda del '33, seppure anche quello si concentrasse solo sulle vicende private del re e della sua corte. Ha il merito però di mettere in luce (per merito del romanzo da cui il film è tratto, suppongo) il personaggio poco conosciuto di Mary Boleyn, la sorella di Anna.
Molto discutibile: il tema originale scimmiotta Schubert (manco c'entrasse qualcosa con l'epoca del film...) e in una scena a corte si suona musica tipica del '700 barocco.
Enrico VIII, prima di tutto.
Forse la scelta migliore del casting. Impersona al meglio il contegno regale e la consapevolezza del proprio ruolo. Una Caterina d'Aragona davvero perfetta.
Adatto al ruolo di maritino debole e immaturo.
Il giusto volto per la frustrazione, il rancore, il tradimento.
Molto ben calata nella parte.
Completamente fuori parte. Troppo bello, troppo insulso, troppo debole, anonimo, privo di personalità. L'Enrico VIII più deprimente della storia del cinema.
Stranamente, nel ruolo della ragazza semplice e candida non convince granché. Alcune sue espressioni lasciano a desiderare, e si ripensa con nostalgia alla vamp irresistibile di "Match point".
Brava, domina la scena.
Senza infamia e senza lode, al servizio di una storia che comunque la si racconti non smette mai di affascinare.
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